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Aggiornato: 1 novembre 2025


Voi voleste mietere, e non seminaste; voi non piantaste, e voleste raccogliere. E quando avreste seminato e piantato, avreste eziandio dovuto sapere che altra è la stagione del seminare, ed altra quella del mietere: che alla primavera non si domandano i frutti dello autunno, allo autunno i fiori della primavera; che i frutti bisogna, prima di coglierli, lasciare al sole perchè maturino; e colti anzi tempo guastano la pianta, e morsi allegano i denti. Io parlo a voi, che vi chiamate amici della libert

Ti ricordi che l'abbiamo veduta parecchie volte e lungamente ammirata dal basso della platea, dove stiamo noi, miseri mortali, a contemplare l'Olimpo? Si... mi pare... farfugliò Ariberti impacciato. Come, mi pare? Se non potevi mai spiccar gli occhi dal suo palchetto! Povera a lei se, dove giungevano gli occhi, fossero arrivati i denti! Tu le avresti levato i pezzi a dirittura.

L'espressione di fiduciosa preghiera, di cordiale abbandono che aveva animato il suo viso e la sua voce diede luogo, mentre ella proferiva queste ultime parole, a un senso di riserva, quasi di diffidenza. Amico no, davvero!... protestò Perez. No? Conobbi la signora a Valsorrisa, due anni addietro, quando passammo la stagione lassù con Lodovico. Giovane? Bella? domandò l'altra, a denti stretti.

Ah! mormorò egli coi denti convulsivamente stretti. Parve ancora esitare, poi si scagliò come un forsennato sull'almea afferrandola così strettamente per le braccia da strapparle un grido di dolore. Egli la scosse con furore. Odimi. Fathma, disse con voce rauca. Che ti feci io? Quali azioni ti usai? Perchè tu provi per me una ripugnanza così insuperabile?

È incalcolabile quanto io sia vecchia, Serra. E mentre ella si abbandonava a quest'asserzione, piena di un vero dolore ella soffriva moltissimo d'invecchiare tendeva l'orecchio, a raccogliere la contraddizione. Ma egli non contraddisse; disse, con un ritorno di candore ammirativo: Per me, non sarete mai vecchia. Vecchissima, vecchissima! insistette lei, a denti stretti.

Se tu se’ accorto come suoli, non vedi tu ch’e’ digrignan li denti e con le ciglia ne minaccian duoli?». Ed elli a me: «Non vo’ che tu paventi; lasciali digrignar pur a lor senno, ch’e’ fanno ciò per li lessi dolenti». Per l’argine sinistro volta dienno; ma prima avea ciascun la lingua stretta coi denti, verso lor duca, per cenno; ed elli avea del cul fatto trombetta. Inferno · Canto XXII

-Venite, torniamo indietro. Si; rispose ella con un filo di voce. E voltarono indietro; ma il freddo pungente le dava assai noia, ed ella batteva i denti per tal modo che il suo cavaliere incominciò a temere non fosse per accaderle di peggio. Chiudete bene la vostra mantellina; le disse; intanto sar

CRICCA. Artemisia? proprio erba per i vostri denti! PANDOLFO. «A cavallo vecchio erba tenerella». CRICCA. Ben che lo confessiate che sète cavallo. Che volete donque? che vi sia ruffiano? PANDOLFO. So che a te non si potrebbe fare piú gran piacere che essere richiesto di ruffianeria; ma io ti vo' per aiutante. CRICCA. Dite su.

Fatalmente, inesorabilmente, il fiore della sua bellezza intristiva, appassiva, moriva! Oggi erano i capelli che imbiancavano, domani sarebbero state le rughe che si sarebbero scavate nel marmo della fronte, nel velluto delle guancie; poi gli smalti dei denti che si sarebbero scossi, che sarebbero caduti.... Era finita! Il suo regno di donna cessava.

¹ Licantropia, voce greca. Specie di pazzia, per la quale l'uomo, come un lupo, corre urlando di notte per le campagne; e talora morde, e digrigna i denti, come i cani; onde questa malattia dicesi anche Cinantropia.

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