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Aggiornato: 1 novembre 2025
Che il mio treno voglia forse disossarsi per mordersi meglio con avidi aguzzi denti, inondando gli echi del suo dolore irreparabile e gonfiando d'amarezza la notte ebbra delle lagrime contenute delle Stelle?... Ah! no!... Non più singhiozzi!... Mi spezzi la schiena!
A tali parole quei messeri si strinsero nelle spalle infastiditi, dando segni non dubbi di noia e di malcontento, ed entrarono nel caffè brontolando fra' denti: Ozioso! Ubbriacone! Va a lavorare!
Gli equipaggi della luna vengono a terra alzando in cadenza fuor dalle onde i lunghi remi d'argento, perchè ne grondino perle innamorate e sguardi spiralici di bionde bionde che quando dormono guardano ancora coi loro denti di perle. Clic cloc gott gott plic ploc sotto la prua.
Suoi compagni, laggiù, sono Wianka, il pastore figliuolo di tutti, scoperto in terra, un’alba di Natale, fra le gambe sanguinose d’una vagabonda morta nel darlo alla luce, e allevato nella fattoria con il latte d’una capra; e il carrettiere Fedor, biondo colosso innocente, luminoso negli occhi, nei denti e nell’anima. Wianka è un selvaggio, Fedor un mistico. Entrambi sono analfabeti.
Balzò in piedi, e corse a rannicchiarsi contro il muro, come un bambino il quale abbia paura. Mugolava. Il su Carluccio digrignava i denti come una bestia feroce; aveva gli occhi iniettati: fissò un momento la sorella, poi le saltò alla gola.
Ella s'alzò sulla punta de' piedi con un tremito convulso di tutta la persona, e battendo i denti come per brividi. Quelle voci che prima erano abbasso, le suonarono assai più dappresso.
La Romea scoppiò a ridere, di quel suo riso amarognolo e forzato, il quale, a dir vero, faceva contrasto colla bellezza delle sue labbra e dei suoi denti smaglianti. Lei fa il disinvolto ripigliò ma noi sappiamo tutto. Che cosa sapete? domandò colla sua voce spenta il Bonaventuri, cercando di farsi credere annoiato. Che lei è innamorato morto della Nan
Sancio non udiva forse più. Al bruciore caustico del vescicante su la nuca, egli scoteva di tratto in tratto il dorso, e piegava la testa in basso, con un lamentio fievole. La lingua, ritirata fra i denti, violacea, quasi anzi nerastra, aveva gi
Di primo lancio fu per inseguirla, ma si rattenne: temeva di guastar tutto nel meglio; quella era l'ora che solevano tornare il padre e il fratello, l'avrebbero potuto vedere. Scappa pure, disse tra' denti, guardando verso dove era scomparsa la fanciulla, ma dacchè tu stai a sentirmi, ci cadrai, o non son più Peppe Sala! Gli bruciava il sangue, aveva sete.
Sono i denti, disse la nonna. È più d'un mese che sta male a quel modo; ma ora avr
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