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Miss Geraldina conosceva e parlava cinque lingue; aveva studiato il canto, il pianoforte e l'arpa; era un'acquarellista molto abile; aveva molto spirito e lo manifestava in tutte le forme: dallo spirito secco e caustico allo spirito placido e bonario. Miss Geraldina aveva delle idee. Miss Geraldina pensava.

E cristallino in lunghi aghi prismatici od in prismi rombici bianchi, duri, solubili poco facilmente nella acqua e nell'etere, molto nell'alcool. L'acido ippurico riscaldato con un acido minerale assorbe acqua e si scinde in glicina ed acido benzoico. Bollito con un alcali caustico da un benzoato della base alcalina e glicina.

Così a Venezia. Il cannone tuonava intorno a Malghera, e tuttavia il popolo conservava il suo umore gaio e il suo spirito caustico; si sarebbe detto talvolta che c'era nella citt

Che bagolon! disse sottovoce Ezio con quello spirito caustico che era quasi l'aroma del suo carattere. Non vedo nessuno ma vi sento. Stese la mano a donna Vincenzina, dicendo: Grazie, grazie! E riconosciuto alla voce lo zio, gli disse: Crepi l'astrologo! E quando gli dissero che c'era anche Cresti, gli domandò: Come vanno i conigli?

. . . . . . . . . . . . . . La Satira cos'è E' un istinto invincibile ch'ogni coscienza invade D'aborrimento ai guasti usi d'inferma etade, Se questo istinto è in alma cui la virtù non frena, Che affetta essa pur sia dalla comun cancrena, Ecco la turpe satira, verme vil che si pasce D'altri vermi, e dilata la cancrena ond'ei nasce: Se invece è in alma nobile, ecco allora l'urbana Satira, eroico caustico, che abbrucia ma risana Quello d'invidia e d'ozio nacque, prole bastarda, Quanto l'ozio e l'invidia neghittosa e codarda: Questa operosa e ardita in lealt

Io lo consigliai di altre belle cose, ma lui dichiarò che vi era più tempo che vita. Finirò col dirvi che riportai sempre impressione sinistra a di lui riguardo, ogni qual volta il fu Sig. Alfredo, discorrendo, usava un linguaggio ironico, caustico, quantunque lo colorisse di umorismo. Pareva sempre che colui avesse del fiele da sputare, ed io non ne indovinava la cagione.

Sancio non udiva forse più. Al bruciore caustico del vescicante su la nuca, egli scoteva di tratto in tratto il dorso, e piegava la testa in basso, con un lamentio fievole. La lingua, ritirata fra i denti, violacea, quasi anzi nerastra, aveva gi