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Aggiornato: 1 novembre 2025
78 Qual serpe che ne l'asta ch'alla sabbia la tenga fissa, indarno i denti metta; o qual mastin ch'al ciottolo che gli abbia gittato il viandante, corra in fretta, e morda invano con stizza e con rabbia, né se ne voglia andar senza vendetta: tal Marganor d'ogni mastin, d'ogni angue via più crudel, fa contra il corpo esangue.
"Egli batteva i denti, era tutto tremante; "E, non potendo piangere, contorceva il sembiante.
Invidiando i compagni dormenti e immiserito dal notturno guazzo, che mi raggelò addosso il sudore effuso dal sonno profondo, montai in sella con lo stridore dei denti, e per rincalorirmi spinsi il cavallo a briglia sciolta. Sentendomi rifluire il sangue nelle vene e racquistata la coscienza, rallentai la corsa e principiai a riflettere ove mai pescare la brigata smarrita, e pescatala, ove collocarla. Quale sar
Diffidate di quelle persone che hanno i denti bianchi e regolari, ma sopratutto bianchi. Difficilmente una donna munita di denti piccolissimi, ben fatti, candidi di quella candidezza abbagliante che esse ambiscono tanto, è una donna saggia e fedele.
Rideva di un riso muto, colla bocca aperta e le labbra tese sui denti grigi; rideva da far paura. Il bel cameriere immerse il temperino nella pelle tumefatta, e lo spinse forte innanzi, aprendo un largo taglio. Il sangue sprizzò, si stese, fece una larga macchia rosseggiante sul dorso della povera bestia, che tremò tutta ed alzò prodigiosamente il capo in uno spasimo silenzioso.
Marco, per tutta risposta, squassò, dimenandosi con violenza, l'acqua che gli si era diacciata sul pelo nero. Quando arrivarono alle porte, Quintino fece sghignazzare i doganieri che lo guardavano battere i denti con quel freddo cane, non avendo per tutto vestito che un calzoncino e un corsetto di maglia. Ohè, ohè, quel ballerino! non hai niente di dazio? gli gridaron dietro i soldati, per burla.
Quando voi credete che lo zingaro apra la bocca di questa povera bestia per mostrarvene i denti cui ha testè segati per dissimularne l'et
In quel che s'appiatto` miser li denti, e quel dilaceraro a brano a brano; poi sen portar quelle membra dolenti. Presemi allor la mia scorta per mano, e menommi al cespuglio che piangea, per le rotture sanguinenti in vano. <<O Iacopo>>, dicea, <<da Santo Andrea, che t'e` giovato di me fare schermo? che colpa ho io de la tua vita rea?>>.
A me, vedete, signor conte, voi fate l'effetto di un gentiluomo, che ha tenute e foreste per far la gran caccia, e se ne va, umile borghese, la mattina di domenica, fuori porta San Francesco, a contendersi, con altri dieci o dodici suoi pari, una cingallegra smarrita. Smarrita!... in dodici, poi! mormorò Gino tra i denti.
A tavola mi stupivo egualmente di mio padre, sgranando gli occhietti. Montagne di vivande sparivano dai piatti davanti a lui, rapidamente maciullate dai solidi denti dell'ampia bocca, inghiottite con vorace avidit
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