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Aggiornato: 28 maggio 2025
Oh, cancaro! io temo di esser scoperto da altri per vignarolo, e or scopro me stesso; e quel che con tanta diligenza vuo' nascondere lo paleso a tutti. Son solo e parlo come fosse accompagnato. Ascolta, vignarolo, e fa' come ti dico io. Ben, che dici? che vuoi che faccia?
Io li farò l'imbasciata e diroli che quello che mena lo volete per voi. IULIA. Dilli quello che ti pare. MALFATTO. Me aricomando alla Vostra madonna Signoria. Alla fé, per questa croce, se non che me venga mò mò lo cancaro, se non sono giá innamorato de essa. Oh! che l'è bella, diavolo! Oh! quasi che vorria che me mandassi spesso, lo mastro.
TRASIMACO. Tu mi vai punzecchiando e mi offendi troppo indiscretamente: non lo comporterò, cancaro! GULONE. Ti venga a mente come m'hai disfidato: e son rissoluto uccidermi teco. TRASIMACO. Arcitonante Giove, che audacia è la tua?
Chiama un po', de grazia, quel cotale. CECA. Che cotale? Perché non parli? MALFATTO. Vorria che tu me chiamassi quello che mena. CECA. Tu devi esser imbriacco. MALFATTO. Per questa croce, che non ho ancora beuto. Odi, odi; non te spartire. Oh cancaro! S'io torno al mastro e dico che non me hanno voluto aprire, me dará delle staffilate. Io so che voglio bussare. Tic, toc, tac.
PRUDENZIO. In nomine Domini, et tu fac istud tema. E avvertisci ch'io non ritorni nella pristina còlera, ché non sunt in potestate nostra primi motus. MALFATTO. Le prime mete, sí, sono in potestate vostra. PRUDENZIO. Alla fé, che te farò trepidare innanzi a noi. MALFATTO. Cancaro! Guarda li piedi!
Ed holli raccusato lo patrone che fa l'innamorato con una qua a basso. Cancaro! Ecco, alla fé, quella che dice che me vole per marito. Alla fé, la voglio aspettare. CECA. Io ho trovato a punto el servo di Curzio e hogli fatto l'imbasciata. M'ha ditto ch'in casa di Filippa mi render
E una. TRAPPOLINO. Chi è lá? Olá! MALFATTO. Amici. Simo io. TRAPPOLINO. El cancaro che te venga! Che vòi? MALFATTO. Ché non respondi tu, adesso? TRAPPOLINO. Respondi pur tu, ché parlo con teco. LUZIO. Che dici tu? Olá! MALFATTO. Che vòi che dica, o Luzio? LUZIO. Dilli quello che ti pare. Che me fa a me? TRAPPOLINO. Chi sei tu che hai bussato? MALFATTO. Sono un certo omo da bene.
MALFATTO. Diteme un poco: avete moglie voi? Perché non me respondete? Ve voglio bene io, sí, alla fede: demandatene un poco allo mastro. E vorrei dormire con teco, sempre, sempre. Te sono innamorato, sí, per Dio. RITA. Diavolo che venga mai piú! MALFATTO. Vòi che venga abasso e che te basi un poco? RITA. Eh, sciagurato, tristo! MALFATTO. O che sei vecchia e brutta? Fio. Cancaro te venga! Fio.
Vignarolo, di' a Sulpizia che cali giú li addobbamenti di damasco con quelle trine d'oro e tutti gli argenti miei, e che sgombri la camera e l'adorni tutta; e torna volando. VIGNAROLO. Cosí farò. PANDOLFO. O felice me, o benedetto astrologo! eccomi giunto a quanto mai ho desiderato: posseder Artemisia per isposa. Cancaro! se ci dovesse andar la vita.
Tanto che pur m'accorsi che m'uccellavano, ché non volevano ch'io le parlasse. SPELA. Tu fosti un da poco. Dovevi entrar dentro e dir che la volevi cercar tu. SCATIZZA. Cancaro! Entra dentro solo! Va' lá, va' lá: tu mi conciaresti! Oh! Non c'è stallone in Maremma che ci regesse col fatto loro, solo. Monache? Cancaro! Ma io non posso star piú con te; ché ho da rispondere al mio padrone.
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