United States or Christmas Island ? Vote for the TOP Country of the Week !


Pioveva sempre, e nell'uggia del cielo grigio la camera sembrava per il confronto più lieta, coi parati nuovi, i veli della pettiniera candidissimi, i fiocchi azzurri così dolci all'occhio, i cristalli del lavabo lucenti, iridati, entro cui prolungava i suoi giorni un ciuffo di vaniglia, l'ultimo della stagione. Come è simpatica questa casa! disse la mamma.

Si avvicina austero e minaccioso alla troppo civetta Dama mitragliatrice che schiamazza, sbraita sempre più contro i suoi corteggiatori della valle. La bella Dama d'acciaio respira golosamente l'eccitante miscela degli odori notturni: vaniglia, violette, acacie e menta selvaggia, tutti pepati dall'odore aspro dominatore della balistite.

Accettando quell'altro avevo stabilito un precedente che autorizzava il giovane maestro a procurarmene una collezione. «Gli domandai s'era anche del suo balcone. « , era una pianta giovinetta e tutta in fiore. Aveva qualche cosa che mi somigliava. Egli la chiamava la vaniglia di Fulvia.

In questo mentre s'era slogato il grembiule, e aveva buttato i fiori sul divano: s'esalò un odore acutissimo, un misto di vaniglia, di garofani, di gelsomino, di malva d'Egitto. Si levò il cappellino, e lo posò su una sedia; poi arcuate le braccia, si mise a ravversarsi i capelli, messi un po' in disordine dalla corsa.

Ne prese un altro, un fondant, e lo succiò lentamente, poi si tirò vicino il piccolo vassoio di cristallo e scelse le pasticche di menta peperita, i cioccolatini alla vaniglia, e se li chiuse nella borsetta che portava sempre appesa al braccio. Quella borsetta era un po' sdruscita.... e la signora Laner, guardandola, sospirava e pensava a quella di Nora, colla cerniera e la catenella d'oro.

Hai tu uno zigaretto, mia buona Fidelia? Io ne tengo dei famosi, a me regalati da Speranza, mia sorella d'amore. Zigari alla Rosa? Meglio! Alla vaniglia! Meglio ancora! Al gelsomino? Fatene la prova, e giudicate. E Fidelia si levò dalla tasca un astuccio elegante, dal quale estrasse alcuni zigari bianchi come avorio, che distribuì alle compagne.

Dopo aver passato tutta una sera a teatro, avente al proprio fianco un giovanotto bruno, amabile, con una vaniglia all'occhiello che odorava deliziosamente; dopo essersi accordati sul merito della commedia e sugli abiti della prima attrice, creando così una specie di simpatica intesa, di accordo morale, Marta non ebbe nessuna ripugnanza a rivederlo, due giorni dopo, uscendo dalla messa, e altri due giorni ancora accolto in casa, da amico.

«Alla lezione seguente la direttrice era in classe quando il maestro entrò. Egli aveva un fiore di vaniglia all'occhiello dell'abito. Io guardavo quel fiore e pensavo: «L'ha portato per me....» «Poco dopo la direttrice fu chiamata fuori. Io precipitai istintivamente l'esercizio che stavo facendo. Il maestro non mi corresse quell'errore di tempo.

Ascolta, ascolta, Kabango! Il tuo cuore ronza come un alveare. Le tue vene sono gaie di frulli, trilli, garriti, pigolii e cinguettii. I tuoi muscoli si mutano in ghirlande di lilla, acacia e caprifoglio. Il tuo pensiero pullula come un'acqua fresca che disseta, ma non ragiona. Kabango, distenditi per terra. Vicino a te Mabima profuma l'aria con le sue rose. I suoi capelli sono morbidissimi ciuffi di vaniglia. Ora la tua carne non è più che un vellutato formicolio che ondate di piacere pacificano a poco a poco. La tua anima umana ha un borbottio sonnolento di bimbo in fasce. Ecco... Sei gi

E continuò: « Guardi, ne ero tanto sicuro, che le ho portato un fiore per fare la pace. «Così dicendo, mi porgeva la vaniglia che s'era tolta dall'occhiello dell'abito. «Io accettai quel fiore; poi fui mortificata della mia facile condiscendenza, e, tanto per darmi un contegno, osservai che era bello.