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Qualche volta, allo sbocco d'una stradicciuola campestre, s'imbatteva nel babbo; ed ora il libro lo salvava, ora no, da una ramanzina coi fiocchi. Gli voleva un gran bene, suo padre; ma era un bene di sostanza, non d'apparenza, e la prima pelle appariva un po' ruvida. A tavola, i principii erano sempre questi: Hai studiato quest'oggi? , babbo. Che cosa? Gli elementi di geometria.

Sulla vetta il sole si oscurò senza vento e l’aria parve addolcita: segno di neve. E la neve sopraggiunse, calma, larga, eguale, silenziosa, mortale livellatrice dei valli. Natale doveva ad ogni momento scuoterla dal cappello e dalle spalle dove si ammucchiava pesante; le scarpe ad ogni passo ne levavano degli strati larghi come una grossa focaccia e gli toccava staccarsela pestando a forza la terra. I fiocchi fitti, il sudore, l’arsura lo acciecavano, mentre egli precipitava a salti furibondo ed atterrito. A un punto dovè fermarsi e temette di non poterla durare; si pose a sedere sulla neve ansando come un moribondo. Allora gli venne un cattivo pensiero:

Oh, se desideri andare disse Roberto. No, no replicò la signora Federica. Andremo un'altra volta insieme. Sicuro saltò su Lucilla la sera dei quadri viventi. Che quadri viventi? domandò l'ingegnere. Oh bella! Quadri viventi. Non sai che cosa siano? Figuriamoci! A vivere in mezzo allo zolfo si dimentica tutto.... Vedrai che Margherita coi fiocchi io sarò. Farai tu da Margherita?

Bebè, pavoneggiandosi in un vestito bianco con due fiocchi color di rosa sulle spalle, dava segni manifesti di voler scendere in terra, di voler provare i suoi piccoli passi nelle viottole del giardino di Piazza Carlo Felice ove altri bimbi correvano e saltellavano; ma la madre l'ammoniva a esser buona, e riserbar tutte le sue prodezze a quando avrebbe visto il suo pap

«Oh mamma, che lettera ti scrivo! I foglietti si ammucchiano sul tavolino proprio come i fiocchi di neve sul davanzale della mia finestra. E non ho terminato e penso di dedicare a te anche una parte della sera ch'è gi

Perchè le gondole sono così nere, nere dappertutto, nel panno, nel legno, nei cordoni, nei fiocchi? domandò distrattamente donna Grazia. Portano il lutto della repubblica rispose Ferrante, che aveva accesa una sigaretta e fumava. Veramente? fece ella, guardandolo. Veramente. È triste, è triste susurrò lei, colpita.

E s'ha a dire bel libro di poesia quello che non può vantarsi incontaminato d'ogni menomo peccato veniale? I grandi poeti dell'antichitá sono invece fiocchi sempre di tutta neve immacolata.

Ella sedette presso la tavola, di fronte a Loredana, la quale non sapeva che cosa dire e che cosa fare. Oh ecco il pianoforte! esclamò la Teobaldi. Lei suona il pianoforte? No, rispose la fanciulla. Peccato! Io suono e canto. Ah sono stata una cantante, modestia a parte, coi fiocchi; e compongo anche; ho delle romanze scritte da me. Tamagno ne ha cantata una l'anno scorso.

Tutte le strade si inchinano sotto il peso del calore per versare gente giù nel Golfo. Strade che si tuffano nell'acqua fresca della sua voce che ricordo: Sono piccini, piccini, piccini i miei seni. Il sole salta a piè pari giù dal cornicione con tutti i suoi pendagli e fiocchi di fuoco pesante. Piomba nella strada precisando burocraticamente le ombre.

Mi baloccavo con le forbici e ci sono caduto sopra. Oh babbo mio, non gli dar retta! Sono io che l'ho ammazzato, balbettò il povero Alessio e cadde in terra svenuto. Poco dopo tutto era tornato nella medesima calma. Il babbo, dopo una ramanzina coi fiocchi, aveva finito col perdonare, tanto più volentieri in quanto che i due colpevoli avevano promesso di non ricader più in simili eccessi.