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Mi dispiacerebbe. Perdio! esclamò il negro che si era curvato su quel corpo inanimato. Che vedo?... Sogno forse?... È impossibile! Che hai? disse Abù. Conosci, forse, questo mariuolo? Il negro non rispose. Curvo innanzi, colle pugna strette, gli occhi sbarrati, contemplava il greco. Pareva sorpreso e spaventato. Di' su, lo conosci? ripetè lo scièk. Ma sicuro, balbettò il negro.

Gli è che non sapevamo, gridò con voce di falsetto un altro mariuolo, piantandosegli in faccia: non sapevamo ove sia il festino a cui ne devi condurre; altrimenti t'avremmo piantato bell'e bene; e io pel primo t'avrei forse rubata a quest'ora l'amorosa.

Portava calzette nere, come le portano i preti, e brache di stoffa tralucente e nere anch'esse; le grandi fibbie d'argento delle sue scarpe lustravano da far gola ad ogni mariuolo; le catenelle dei due orologi che aveva nel panciotto di seta cangiante, gli battevano sonore sulle cosce; e quella penna l'aveva presa passando dallo scrittoio, così per parere.

GHERARDO. Anco hai ardimento di rispondere, come s'io fusse un beccone? Traditoraccio, giontatore, barro, mariuolo! Ma il governatore saprá ogni cosa. VIRGINIO. Gherardo, coteste parole non pertengono a un par tuo e massimamente con me. GHERARDO. Anco non vuol ch'io mi lamenti, questo tristo! Sei diventato superbo perché hai ritrovato tuo figliuolo, eh? VIRGINIO. Tristo se' tu. GHERARDO. Oh Dio!

Ed egli frattanto a perdersi in mille zacchere, colla Giumella, coi cavalieri di Malta, coi libri, colle tragedie, colla gloria. Imbecille! E giungeva tardi, per conseguenza; perdeva il vantaggio di essersi fatto innanzi pel primo; quel destro mariuolo, che non pareva lui, gli aveva vogato sul remo.

«Lo serberò prezioso, dice egli arditamente, ma non mi basta: signor Martino Bruscoli, le domando la mano di sua nipote... E il signor Martino Bruscoli esce a ridere, chiude un occhio e risponde: «Mariuolo d'un ingegnere... non hai fatto i tuoi comodi, non te la sei presa?... O credi che non ti abbia visto perchè ci era di mezzo la tovaglia?

Quell'intendente era un vecchio, antico commesso di notaro di provincia. Aprì la lettera, si pose gli occhiali, e cominciò a sbirciare la scrittura. Poi, principiò a leggere: Frère a-us-si tot que vo us... Cosa è codesto? È in turco la lettera. Tu vieni a mistificarmi, mariuolo. Va al diavolo. Ma no, don Gennarì, tutto al più la lettera può essere in francese. È un francese che l'ha scritta.

"Due però (scrive il Manzoni) erano i libri che Don Ferrante anteponeva a tutti e di gran lunga in questa materia; due che, fino a un certo tempo, fu solito di chiamare i primi, senza mai potersi risolvere a qual de' due convenisse unicamente quel grado: l'uno, il Principe e i Discorsi del celebre Segretario fiorentino; mariuolo , diceva Don Ferrante, ma profondo: l'altro la Ragion di Stato del non men celebre Giovanni Botero; galantuomo , diceva pure, ma acuto." Il Manzoni dovea pensare ne' suoi studii storici un po' come il suo Don Ferrante: "Ma cos'è mai la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada, e, per conseguenza, butta via i suoi passi; come la politica senza la storia è uno che cammina senza guida." L'Autore entra spesso in iscena anche come attore. Così dopo aver fatto una descrizione, forse un po' troppo minuta della biblioteca di Don Ferrante, soggiunge: "Noi cominciamo a dubitare se veramente il lettore abbia una gran voglia di andar avanti con lui in questa rassegna, anzi a tornerò di non aver gi

Indi guardò in fronte il cattivello e con un tal qual piglio che non voleva significare durezza ma nemmanco benevolenza, soggiunse: Piccolo mariuolo! in questo castello sei entrato coi piedi dalla porta, pensa a non uscirne del capo per qualche abbaino. Qui son tutti santi. Qui si parla più con gli occhi che con la bocca. Qui gli uomini non valgono un baccello di fava.

Bancone soffriva della podagra anche più del giorno precedente; e il fatto della fuga di Gustavo l'aveva mandato in un'irritazione da non dirsi. Bernardo entrò primo nel gabinetto del banchiere. Ebbene? dimandò Bancone appena lo vide: quel mariuolo ce lo menate voi qui per le orecchie? Egli è fuggito davvero: rispose Busca, coll'aria mortificata d'un segugio che si lasciò scappar la lepre.