United States or Turkey ? Vote for the TOP Country of the Week !


Ferrante e Grazia, ora si guardavano. Tanto che soggiunse Giorgio, preso dall'amarezza eccitante della sua narrazione tanto che qualche cosa fu detta al marito; e da un giorno all'altro egli decise di partire. Oh quella notte!

Grazia saliva innanzi, chinando il capo; alla porta della sua stanza, il segretario li salutò. Ella restò ferma, guardando Ferrante, con la mano appoggiata sulla maniglia della porta. Rammentati, è alle dieci e mezzo: verrò a prenderti alle dieci disse Ferrante, gelidamente. Le fece un saluto corretto e si allontanò subito.

Dopo mezz’ora, Gialluca riapparve su ’l ponte, smorto come se uscisse da un sepolcro. Egli amava meglio stare all’aperto, esporsi all’ondata, vedere li uomini, respirare il vento. Ferrante, sorpreso da quel pallore, gli domandò:

Quando venne il gran capitano Ferrante di Corduba nel conquisto del regno di Napoli, venner con lui molti gentiluomini e signori spagnuoli per avventurieri, tra' quali fu don Rodorigo di Mendozza mio zio e noi fratelli; e dopo la felice conquista di questo regno, noi e nostro zio fummo molto largamente rimunerati da Sua Maestá di molte migliaia di scudi d'entrada e de' primi uffici del Regno: fra gli altri fu fatto viceré della provincia di questa cittá di Salerno....

35 Vedete in Puglia non minor macello de l'esercito franco in fuga volto; e Consalvo Ferrante ispano è quello che due volte alla trappola l'ha colto. E come qui turbato, così bello mostra Fortuna al re Luigi il volto nel ricco pian che, fin dove Adria stride, tra l'Apenino e l'Alpe il Po divide.

E veramente ei fu uno dei capitani che consigliarono nel cominciar del seguente anno 1283 il tramutamento del campo da Reggio al piano di Santo Martino, come si scorge da un diploma del principe di Salerno, cavato dal r. archivio di Napoli, e citato da D. Ferrante della Marra. Discorsi, Napoli, 1641, pag. 46, a t. Veggasi anche l'altro diploma del 20 aprile 1283, citato al cap. X di questo lavoro.

Che è quella gondola? disse Grazia al gondoliere, scattando in piedi. È la gondola dei morti, eccellenza: quelli sono i becchini. Andiamo via, andiamo via, Grazia disse Ferrante rompendo il silenzio, dolcemente, volendo infrangere il malo incantesimo di quella giornata. No, no, voglio vedere disse lei, duramente gondoliere, fermati un poco.

Qui, dicono fuggisse Bianca Cappello, per andarsene con l'amante a Firenze disse Ferrante indicando una finestra bassa di un grande palazzo. Oh!... fece Grazia, senza aggiungere altro. E dopo un poco, sogguardando l'uomo che amava, facendo cadere le parole, ad una ad una, gli chiese: Tu sei stato un'altra volta, a Venezia?

Il fondo deve essere coperto di scheletri disse donna Grazia, guardando fissamente l'acqua. Torniamo indietro soggiunse Ferrante con voce alterata.

Forse, nel momento che s'induceva a scrivere la severa e giusta sentenza, egli ripensava il processo di creazione con cui erano venuti fuori nei Promessi Sposi i diversi personaggi: Don Abbondio, Perpetua, padre Cristoforo, don Ferrante da un lato: l'Innominato, la Signora di Monza e il Cardinale Borromeo dall'altro; gli uni tutti di un pezzo, organici, figli soltanto della sua immaginazione; gli altri messi insieme con elementi imposti dalla cronaca e dalla storia.