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Lo spettacolo di quegli uomini che schiamazzavano in coro lo aveva arrestato di botto, la prima volta; e suo padre gli aveva detto che stavan facendo il denaro. Eran gli stessi uomini che sedevano a tavola con lui; la mattina avevan fatto gridare gli altri, la sera mangiavano copiosamente e ridevano. Bruno attraversava la vita in quell'epoca ad occhi sbarrati, per vedere tutto e comprendere.

Solo la povera vecchierella non sentiva, doveva sentire più nulla: in letto, sollevata fra un monte di cuscini, guardava tutti con quegli occhi sbarrati nel volto pallido e affilato.

Calma, molta calma, emollienti, torpenti, e sperare in Dio; ma certo ci sarebbe voluta la gioventù, e una macchina meno maltrattata da tanti travagli e burrasche. L'infermo aveva spesso la visione del passaggio imminente. Guardava davanti a nello spazio, con gli occhi sbarrati, dolendosi di non vedere più nulla.

La sola Annuccia, poveretta, pareva non accorgersi di nulla: era come una Maria, al capezzale della mamma, la quale seguitava a guardar tutti con quegli occhi sbarrati nel volto pallido e affilato.

Non parlare così, interruppe Berto. Ti fa troppo male.... Ella lo fissò con gli occhi sbarrati; quel «tu» le parve più brutale d'un bacio che le avesse chiuso improvvisamente la bocca; ma Berto se ne avvide, e soggiunse: Vi chiedo scusa; non volevo offendervi. Vi amo, e non ho saputo dominarmi. No, disse Loredana, alzandosi, mi lasci andare! Berto osò stendere una mano su di lei.

Betta, indifferente al discorso delle due donne, si era rivolta al letto: il sole arrivava sui capelli di Tina arruffati nel mezzo del cuscino, ma il viso dell'ammalata, più basso, rimaneva nell'ombra. La fanciulla si accostò in punta di piedi. Tina aveva la bocca aperta e gli occhi sbarrati, opachi come un vetro.

Talvolta ella diceva: Perché non dormi anche tu qui, con me? Tu non dormi mai! E voleva che io posassi la testa sul suo guanciale. Dormiamo dunque. Io fingevo di addormentarmi, per darle il buon esempio. Quando riaprivo gli occhi, incontravo i suoi occhi sbarrati che mi guardavano. E bene? esclamavo. Che fai? E tu? rispondeva ella.

Il duca! grida la folla e tutti lo circondano tumultuosamente. Vogliamo i nostri denari! I ladri della Cisalpina ci hanno rubato le nostre paghe! Il nostro sangue! Vogliamo giustizia! !... !... !... risponde il duca balbettando; cogli occhi sbarrati, fissi nel vuoto. !... !... !... Giustizia fino all'ultimo!... Giustizia per tutti!... Giustizia fino all'ultimo.... Lei!... Lei!...

Mi dispiacerebbe. Perdio! esclamò il negro che si era curvato su quel corpo inanimato. Che vedo?... Sogno forse?... È impossibile! Che hai? disse Abù. Conosci, forse, questo mariuolo? Il negro non rispose. Curvo innanzi, colle pugna strette, gli occhi sbarrati, contemplava il greco. Pareva sorpreso e spaventato. Di' su, lo conosci? ripetè lo scièk. Ma sicuro, balbettò il negro.

Leggete; disse il duca di Feira, voltando egli stesso un'altra pagina, e indicandogli un punto del manoscritto; questa è la vita di Ginevra. Il giovine tremò tutto, a quell'invito del duca; volse lo sguardo dove questi accennava col dito, e rimase immobile a lungo, cogli occhi sbarrati, ma senza leggere, quasi senza vedere lo scritto.