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Se mi guardo d'attorno, vedo il conte A... che mantiene una corista, il signor B... che si fa mantenere da un vecchio soprano di cartello, il barone C... che passa i giorni e le notti alla bisca e corre di galoppo verso la rovina, eccetera; tu li conosci, costoro ed altri, al par di me, e sai che hanno tutti moglie e figliuoli... eccoli i cattivi mariti! eccoli! ho anch'io il senso critico dell'uomo virtuoso.

Emilio si riscosse vivamente. Ah! Lo conosci? Emilio esitò un momento e poi rispose risoluto: ... E Matilde è stata lei in casa X... queste sere scorse? Sicuro. E quel Nori le s'è fatto presentare? A Matilde?... , certo; ed ha ballato quasi sempre con lei.

La conosci? domandò Nino d'Este. No; ma l'ho veduta, e ho capito che è americana. Nino d'Este non potè frenare una risata. Non c'è da ridere, osservò Paolino Berlendi. L'occhio d'un conoscitore non s'inganna; a occhio, si possono giudicar benissimo la razza e la nazionalit

142 S'io ti parvi esser degna d'una morte, conosci che ne sei degno di cento: e ben ch'in questo loco io sia forte, ch'io possa di te fare il mio talento; pure io non vo' pigliar di peggior sorte altra vendetta del tuo fallimento.

Così parlava Manfredi come disperato del perdono del cielo, ed altamente commosso aggiungeva: «Benincasa! Benincasa! prendete quattrocento lance spezzate, e fate scorta alla mia reale famiglia: bada, Benincasa, questo è sangue mio, tu pure sei padre, e conosci a prova che voglia dire sangue mio: a te dunque lo raccomando

E ti ho dato il balsamo arcano di tutta la mia anima di fanciulla. Tu l'hai bevuta nelle mie carezze. Nessuno conosce la mia anima come tu la conosci; e da allora non si è mutata più.... Bruno le prese le mani e le baciò dentro il palmo, a occhi chiusi. Come tu sai essere forte! egli osservò. Tu sai parlare: io non posso.... È vero! disse Nicla. Sei più fredda di me! rispose Bruno.

Signore, signore disse Giuseppe, rientrando tutto turbato. È venuta? È in salotto. La conosci tu? No, no.... non la conosco rispose il servo balbettando.

Io rapirla! esclamò la greca. E perchè no? Tu sei forte, astuta, conosci Hassarn e Dhafar pasci

O figlio, se non conosci l'aspetto di tuo padre, considera che l'ardore del sole mi ha fatto un poco nera la pelle e crespa, e gli occhi ficcati nella fronte per il disagio del viaggio e del paese; e ancorché siano mutati i lineamenti del viso, considera l'aria del sembiante che non si può perdere: almeno considera la ferita della mano che gli anni adietro tu mi aiutasti a medicarla.

Il mio male è d’una stagione che non conosci. Giana. Tu stessa non sai quel che intendi quel che vuoi. Mortella. Voglio andarmene. Giana. Che pazzia! Mortella. Non resto qui. Giana. Ma almeno aspetta. Vediamo. Mortella. Vedere, vedere, è proprio quel che non voglio. Giana. Ma perché? Mortella.