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A quest'ultimo era doluto un poco di dover andare così di soppiatto a visitare il banchiere, sapendo egli benissimo che la consuetudine comandava un certo riguardo tra colleghi, e non permetteva che uno vogasse all'altro sul remo.

Bestemmiavano Dio e lor parenti, l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme di lor semenza e di lor nascimenti. Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch'attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia, loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s'adagia.

Lo mio maestro ancor non facea motto, mentre che i primi bianchi apparver ali; allor che ben conobbe il galeotto, gridò: «Fa, fa che le ginocchia cali. Ecco l’angel di Dio: piega le mani; omai vedrai di fatti officiali. Vedi che sdegna li argomenti umani, che remo non vuol, altro velo che l’ali sue, tra liti lontani.

L'argomento trattato da Giulia era un po' estraneo ai nostri Romani ignari delle cose di mare, essendoché i loro istitutori-preti, avendo trovato pesante il remo e le reti degli apostoli, s'eran piuttosto dati al buon tempo delle gozzoviglie per la maggior gloria di Dio.

Su 'l mare in calma, nelle barchette, che si staccavano dalla riva dello stabilimento, spiccavano nella luce dorata, signore e signorine nei loro capricciosi costumi, con in testa gli ampi cappelloni bianchi, e i giovinetti, che lo accompagnavano, quale a cavalcione della prua, quale ritto in poppa, altri con il remo vogando.

"Dunque: disse egli io ti voglio contare una storia o Cencio, forse da te conosciuta come Romano, e che imparerai se per caso non la conosci; sta attento: Un giorno i nostri padri, stanchi delle prepotenze del primo re di Roma che fra le altre amabili imprese, aveva ucciso con un pugno il fratello Remo perché si divertiva per scherzo a saltare il fosso di cinta fatto da Romolo, i nostri padri dico, in un senato consulto decisero di sbarazzarsi del loro re, un po' troppo manesco e con disposizioni un po' troppo dispotiche.

In quella medesima notte, ad ora tarda, a ciel chiuso, un'altra gondola con rapidissimo remo usciva di Venezia. All'imboccatura della Brenta dovette passare nel mezzo di molte barche che pure andavan su pel fiume.

EUGENIO. In poco tempo, vogando il remo la notte e il giorno. Che strada avete voi fatta al venir di Turchia? EUGENIO. Niuna, l'avemo ritrovate fatte. LAMPRIDIO. Che si fa, che si dice in Turchia? EUGENIO. Si fan mercanzie, palaggi e navi, e si dicono delle veritadi e delle bugie, come qui ancora. LAMPRIDIO. Mi risponde da filosofo. EUGENIO. E tu mi dimandi come se mi volessi dar la baia.

Ed egli frattanto a perdersi in mille zacchere, colla Giumella, coi cavalieri di Malta, coi libri, colle tragedie, colla gloria. Imbecille! E giungeva tardi, per conseguenza; perdeva il vantaggio di essersi fatto innanzi pel primo; quel destro mariuolo, che non pareva lui, gli aveva vogato sul remo.

La spedizione archeologica fu prontamente deliberata. Si vogava sul remo al duca di Francavilla; ma questi non era che un dilettante, e i nostri monaci volevano fare da senno. Inoltre, il signor duca faceva i suoi scavi nella caverna della Ripa; i nostri monaci scelsero un campo più lontano, sul pendìo settentrionale di Monte Acuto, nella caverna delle Streghe.