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AP. Dicono pure figliuoli di Dei, e figliuole di Dee, e ieri l'altro mi ricordo che dicesti, le favole avere auto qualche fondamento, donde è egli adunque il seme ne' maschi? Donde il partorire nelle femine? Di che cose nascono i piccoli fanciulli?

Anche al nasuto vanno mie parole non men ch'a l'altro, Pier, che con lui canta, onde Puglia e Proenza gia` si dole. Tant'e` del seme suo minor la pianta, quanto piu` che Beatrice e Margherita, Costanza di marito ancor si vanta. Vedete il re de la semplice vita seder la` solo, Arrigo d'Inghilterra: questi ha ne' rami suoi migliore uscita.

E lo sarai ancor più il giorno della festa, riprese la signora Maria: ho intenzione di dare una merendina a Manfredo e d'invitare tutti i suoi amici. Tu, s'intende, ne farai gli onori, e ti comporterai da quella donnina giudiziosa e assennata che sei sempre stata. L'hai caro? L'Ida dette un bacio alla mamma e corse in camera sua a dare un seme al passerotto. Curiosa!

Soleva Roma, che 'l buon mondo feo, due soli aver, che l'una e l'altra strada facean vedere, e del mondo e di Deo. L'un l'altro ha spento; ed e` giunta la spada col pasturale, e l'un con l'altro insieme per viva forza mal convien che vada; pero` che, giunti, l'un l'altro non teme: se non mi credi, pon mente a la spiga, ch'ogn'erba si conosce per lo seme.

Onde per cotal modo il suo morto popolo ristorato di seme di formiche riebbe, la cui allegoria per più brevit

Assai è manifesto non esser difetto del martello fabbrile, se il fabbro fa piú tosto con esso un coltello, col quale s'uccidono gli uomini, che un bómere, col quale si fende la terra, e rendesi abile a ricevere il seme del frutto, del quale noi poscia ci nutrichiamo.

Il quale seme, cioè principio di lei si considera, che anticamente fosse Catellina Romano colla sua iniqua e disperata gente dietro alla fiesolana patria, secondo che nelle sue istorie si conta.

Le quali istituzioni, degne invero di forte e libera gente, avrebbero assicurato a Pistoia le più prospere sorti, se il mal seme, sparso prima in Firenze pel crudo fatto de’ Buondelmonti, non avesse prodotto entro di essa e nelle terre vicine l’amaro frutto della discordia.

Ahi Pistoia, Pistoia, che' non stanzi d'incenerarti si` che piu` non duri, poi che 'n mal fare il seme tuo avanzi? Per tutt'i cerchi de lo 'nferno scuri non vidi spirto in Dio tanto superbo, non quel che cadde a Tebe giu` da' muri. El si fuggi` che non parlo` piu` verbo; e io vidi un centauro pien di rabbia venir chiamando: <<Ov'e`, ov'e` l'acerbo?>>.

Te lo dirò; ma tu, come servitore in casa Cènci? Per ammazzare il Conte assassino di Annetta Riparella, la fanciulla di Vittana. Ed io per ammazzare domani un certo Marzio, il quale penso che deva essere un po' tuo parente. Me? Come hai indovinato giusto! Ma io l'ho detto sempre, che tu contieni più seme di un cocomero. E tu lo farai? Ho riscosso il prezzo; e tu sai la regola di sicario onorato.