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PSEUDONIMO. L'inganno è tanto verisimile che non mi dispero della riuscita. GIACOMINO. Veramente le donne sono mirabili nelle invenzioni cattive, come nelle buone non vagliono nulla; e meglio quelle che sovvengono all'improvviso che le studiate. PSEUDONIMO. «D'inganno e di bugie si vive tutto il die, di bugie e d'inganno si vive tutto l'anno».

Quando però essa fu sulla soglia, volle pigliarsi la sua vendetta: e indicando un'ombrella dal manico a becco d'oca che il capitano soleva portare in viaggio, disse colla bocca amara: Però le bugie hanno il becco d'oca. Carlinetto non la lasciò finire e chiuse l'uscio con fracasso sul muso della megera. Allora tutti si abbassarono per trarre il povero avanzo di Crimea dal suo nascondiglio.

Tognetti, niente spaventato dal volto arcigno, dai biechi sguardi, dalle fiere parole del processante, volendo almeno vendicarsi collo scherno, che è l'ultima sfida dei vinti, si mise a ridere, e disse: Queste sono tutte bugie: ed io non credo un'acca di quanto mi dite. Nessuno de' miei compagni è capace di un simile tradimento.

Ora capisco perchè vi s'ingrossa il pomo d'Adamo: son lo vostre bugie... finì col dire la mamma di Amedeo, una donna ancor viva e forte coi cappelli bianchi, che cascavano sui pomelli rossi delle sue guance essicate. Bortolo a quel proverbio del pomo di Adamo non potè trattenersi dal ridere, mentre la Santina mostrava il desiderio di veder qualche altra cosa.

AP. Questo crederò io. DIC. A chi credi tu questo? AP. A tanti mercatanti, che dicono aver fatto tal cammino sopra le larghe spalle del mare. DIC. Hai tu mai parlato loro? AP. Non mai certo, ma ho bene parlato a quelli che affermano averlo inteso da chi vi è navigato. DIC. Non potrebbeno eglino ingannarti? AP. Gli uomini da bene non si dilettono di bugie.

Anche quella mattina, dopo che la duchessa l'ebbe fatta chiamare, miss Dill dovette cercarla nello studio del duca. Cattiva! le gridò Maria quando la fanciullina entrò in camera. Cattiva! Hai disobbedito a tua madre, e hai detto delle bugie a miss Dill! Lalla non rispose; ma con un salto fu sulle ginocchia di sua madre, e l'abbracciò stretta stretta. Miss Dill uscì.

Ma grazie al cielo non fu mestieri di bugie; la contessa Gisella appariva dal sentiero del bosco. Era un pochino affannata dalla corsa, e accesa in volto più dell'usato; ma il color delle rose le tornava bene come quello dei gigli. Venne innanzi leggera, saltellante come una bambina, sorridente come l'aurora. Non era un complimento, non una esagerazione il dire che con lei ritornava la luce.

PEDOLITRO. Ma a che proposito volervi dir queste bugie? Ma io non vo' che mi crediate. Eccovi una lettera che vi manda: conoscete la sua mano? PARDO. Questa è la sua mano. O Dio, che stretta mi sento all'anima, che mi restò scolpita in mezo al cuore. Volesse Iddio che tu fussi viva, che verrei io in persona a riscuoterti; e quando non potessi, soffrirei in tua compagnia i tuoi dolori.

Oh, se tu mi amassi davvero, mi stimeresti anche, e non avresti creduto subito alle bugie di un cattivo; perchè c'è stato un cattivo che ha voluto metter male fra di noi. Ascolta, bambina mia... No... tua, no, più! Giorgio a questa minaccia, tentò di prenderle una mano, ma Lalla non volle saperne.

In fine, ancora in sogno ti chiama e piange e meco si lamenta con dir che tu non l'ami; e ben talora c'è che fare appagarla. LÚCIA. Oh che bugie! Non è giá vero. CALONIDE. Cosí fosse manco in tuo servigio come è da vantaggio di quel ch'io dico. Ma ben sai che poi non staria bene a lei essere ardita e parlar come me. Ma sia pur certo che d'affezion ti avanza. FILOCRATE. Lúcia, è vero?