United States or Nicaragua ? Vote for the TOP Country of the Week !


«Che hai che pur inver’ la terra guati?», la guida mia incominciò a dirmi, poco amendue da l’angel sormontati. E io: «Con tanta sospeccion fa irmi novella visïon ch’a mi piega, ch’io non posso dal pensar partirmi». «Vedesti», disse, «quell’antica strega che sola sovr’ a noi omai si piagne; vedesti come l’uom da lei si slega.

Lo terzo, che di sopra s’ammassiccia, porfido mi parea, fiammeggiante come sangue che fuor di vena spiccia. Sovra questo tenëa ambo le piante l’angel di Dio sedendo in su la soglia che mi sembiava pietra di diamante. Per li tre gradi di buona voglia mi trasse il duca mio, dicendo: «Chiedi umilemente che ’l serrame scioglia».

«Che hai che pur inver’ la terra guati?», la guida mia incominciò a dirmi, poco amendue da l’angel sormontati. E io: «Con tanta sospeccion fa irmi novella visïon ch’a mi piega, ch’io non posso dal pensar partirmi». «Vedesti», disse, «quell’antica strega che sola sovr’ a noi omai si piagne; vedesti come l’uom da lei si slega.

«Come!», diss’ elli, e parte andavam forte: «se voi siete ombre che Dio non degni, chi v’ha per la sua scala tanto scorte?». E ’l dottor mio: «Se tu riguardi a’ segni che questi porta e che l’angel profila, ben vedrai che coi buon convien ch’e’ regni. Ma perché lei che e notte fila non li avea tratta ancora la conocchia che Cloto impone a ciascuno e compila,

«Come!», diss’ elli, e parte andavam forte: «se voi siete ombre che Dio non degni, chi v’ha per la sua scala tanto scorte?». E ’l dottor mio: «Se tu riguardi a’ segni che questi porta e che l’angel profila, ben vedrai che coi buon convien ch’e’ regni. Ma perché lei che e notte fila non li avea tratta ancora la conocchia che Cloto impone a ciascuno e compila,

Ecco l’angel di Dio: piega le mani; omai vedrai di fatti officiali. Vedi che sdegna li argomenti umani, che remo non vuol, altro velo che l’ali sue, tra liti lontani. Vedi come l’ha dritte verso ’l cielo, trattando l’aere con l’etterne penne, che non si mutan come mortal pelo».

Quivi perdei la vista e la parola; nel nome di Maria fini’, e quivi caddi, e rimase la mia carne sola. Io dirò vero, e tu ’l ridì travivi: l’angel di Dio mi prese, e quel d’inferno gridava:

Lo mio maestro ancor non facea motto, mentre che i primi bianchi apparver ali; allor che ben conobbe il galeotto, gridò: «Fa, fa che le ginocchia cali. Ecco l’angel di Dio: piega le mani; omai vedrai di fatti officiali. Vedi che sdegna li argomenti umani, che remo non vuol, altro velo che l’ali sue, tra liti lontani.

Ed elli: «O frate, andar in che porta? ché non mi lascerebbe ire a’ martìri l’angel di Dio che siede in su la porta. Prima convien che tanto il ciel m’aggiri di fuor da essa, quanto fece in vita, per ch’io ’ndugiai al fine i buon sospiri, se orazïone in prima non m’aita che surga di cuor che in grazia viva; l’altra che val, che ’n ciel non è udita?».

Lo terzo, che di sopra s’ammassiccia, porfido mi parea, fiammeggiante come sangue che fuor di vena spiccia. Sovra questo tenëa ambo le piante l’angel di Dio sedendo in su la soglia che mi sembiava pietra di diamante. Per li tre gradi di buona voglia mi trasse il duca mio, dicendo: «Chiedi umilemente che ’l serrame scioglia».