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E 'l duca lui: <<Caron, non ti crucciare: vuolsi cosi` cola` dove si puote cio` che si vuole, e piu` non dimandare>>. Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote. Ma quell'anime, ch'eran lasse e nude, cangiar colore e dibattero i denti, ratto che 'nteser le parole crude.

E 'l duca lui: <<Caron, non ti crucciare: vuolsi cosi` cola` dove si puote cio` che si vuole, e piu` non dimandare>>. Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote. Ma quell'anime, ch'eran lasse e nude, cangiar colore e dibattero i denti, ratto che 'nteser le parole crude.

65 Ma inanzi a morte, qui dove previdi che con Marfisa aver pugna dovevi, feci raccor con infernal sussidi a formar questa tomba i sassi grevi; ed a Caron dissi con alti gridi: Dopo morte non vo' lo spirto levi di questo bosco, fin che non ci giugna Ruggier con la sorella per far pugna.

E ’l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così col

«Figliuol mio, disse» In questa sesta parte della suddivisione gli apre Virgilio la cagione perché Caron non l'ha voluto passare, e perché quelle anime son pronte a voler passare il fiume.

Delle quali dice esser la prima per la nave di Carón, nella quale, come detto è, esso trapassa l'anime di quegli che in peccato mortale morti sono.

«Figliuol mio», disse ’l maestro cortese, «quelli che muoion ne l’ira di Dio tutti convegnon qui d’ogne paese; e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, che la tema si volve in disio. Quinci non passa mai anima buona; e però, se Caron di te si lagna, ben puoi sapere omai che ’l suo dir suona».

Bestemmiavano Dio e lor parenti, l’umana spezie e ’l loco e ’l tempo e ’l seme di lor semenza e di lor nascimenti. Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch’attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s’adagia.

E dividesi questa parte in sette: percioché nella prima l'autor pone molti dolorosamente dolersi; nella seconda gli dichiara Virgilio chi questi sieno che cosí si dolgono; nella terza discrive l'autore la pena dalla quale questi son tormentati; nella quarta dice l'autore aver vedute molte anime correre ad un fiume; nella quinta dice essere a questo fiume pervenuto, e non averlo voluto passare dall'altra parte un nocchiere, che tutti gli altri in una sua barca passava; nella sesta gli apre Virgilio perché Carón non l'ha voluto passare; nella settima ed ultima mostra l'autore , per un tremor della terra e poi da un baleno, essere stato vinto e caduto.

Bestemmiavano Dio e lor parenti, l’umana spezie e ’l loco e ’l tempo e ’l seme di lor semenza e di lor nascimenti. Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch’attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s’adagia.