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14 Bianca nieve è il bel collo, e 'l petto latte; il collo è tondo, il petto colmo e largo: due pome acerbe, e pur d'avorio fatte, vengono e van come onda al primo margo, quando piacevole aura il mar combatte. Non potria l'altre parti veder Argo: ben si può giudicar che corrisponde a quel ch'appar di fuor quel che s'asconde.

Par che le puzzi ogni cosa: Questa parola non è boccaccevole, questo si potea dir meglio altrimente, questo è fuor delle regole di Aristotele, quel non ha del verisimile; pascendosi di quella aura vilissima popolare, intende che si dica, e alla fine viene a credere agli altri.

Ritiratosi nel Castello fu dolente senza modo di non trovarvi il figlio, e scoprire venuta meno la fede di qualche alleato. Pure confidando nella prudenza d'Anselmo, colla speranza ei meditasse qualche audace impresa, divisò tenersi chiuso nella Rocca finchè spirasse aura più propizia.

Ivi fra viva luce, onde circonda, Orribile a veder, l'ampie foreste Con aura soavissima, gioconda, Scioglie in voce mortal, spirto celeste: L'armi, onde oggi Ottoman tua man confonda, Dal ciel ti reco; or tu feroce in queste Fulmina omai su le nemiche genti: E sta quale alpe al minacciar de' venti.

Sovra i ginocchi ei se l'asside, e cuna Del sen le fa con le protese braccia; E ad ogni aura ei la bacia, e per ognuna De le stelle del cielo essa l'abbraccia. Velò la fronte ipocrita la luna, Chè tanta volutt

Tra questi affanni in ver la terra inchina Tacito il guardo, ed è di duol confuso; Quando ecco l'Angiol suo gli si avvicina D'amabile splendor tutto rinchiuso; E cosparge dintorno aura divina Tra' mortali a sentirsi odor non uso, Che 'l cor rinfranca, e ravvivarlo suole, Indi il volo disciolse a tai parole: XVIII

Entro quel sangue tuo me non bagnai; tu tel bevesti, io tacqui; è ver, costretto tacqui; ma fui reo del silenzio, e il sono, finch'io respiro aura di vita. Ahi stolto, ch'io allor credetti, che Neron potria por fine al sangue col sangue materno! Veggo ben or, ch'indi ha principio appena. Ogni nuova tua strage a me novelli doni odíosi arreca, onde mi hai carco; so perché.

A terra tutti! A la possente e nova Aura di libert

Un giorno andavo in cerca di Giuliana, per la Badiola. Erano le prime ore del pomeriggio. Non avendola trovata nelle sue stanze, non avendola trovata altrove, entrai nell'appartamento di mia madre. Le porte erano aperte; non si udivano voci rumori; le tende leggère delle finestre palpitavano; s'intravedeva pei vani il verde degli olmi; una lene aura di rezzo spirava fra le pareti chiare.

Ed al fin punta in su la ripa il piede, E 'n varando il naviglio ei su v'ascende; E poi da terra allontanato il vede, Picciola vela agli aquilon distende. Ma su la poppa non veduto siede L'Angelo seco, ed al governo attende Con occhio intento, e per la fragil nave Spira su lucida onda aura soave.