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I curiosi cominciavano a fermarsi in quel tratto di strada dinanzi al Bargello. Le beghine, che entravano nella vicina chiesa di Badia per udire la prima messa, palpitavano d'impazienza, e attendevano ansiose il Deo Gratias! per svignarsela, e prender posto sulla scalinata del tempio. Ma, quando uscirono, trovarono gi

Le due vecchiette vivevano, palpitavano soltanto per l'arrivo degli sposi!... Non pensavano più che agli sposi, non pensavano più nemmeno all'economia!... Minacciavano una carneficina nel pollaio, una "strage" di mele cotogne e in quanto a don Giuseppe.... Don Giuseppe, in questa circostanza si era messo dalla parte del torto proprio da bon. Se trata del nostro sangue....

La notte era tranquilla, piena d'un gracidare di rane monotono e continuo. Le stelle palpitavano. L'Orsa brillava in contro, distinta. Il tempo fluiva.

Una trentina di cuori palpitavano all'apparir delle due giovani, s'affievolivano al loro allontanarsi; le due giovani dovevano provare la sensazione del domatore che, entrando nella gabbia, vedon le tigri accovacciarsi quasi per incanto; o meglio ancora, della maestra che varcando la soglia della scuola distribuisce zuccherini e rimbrotti ai bimbi secondo il modo con cui recitano la lezione.

La strada s'allungava biancastra e vuota dinanzi a loro nel silenzio. In alto, fra l'ombra, i sorrisi delle stelle accendevano tratto tratto strani bagliori, mentre le frondi palpitavano improvvisamente, e da lungi qualche voce indistinta si spegneva nel gran sonno della campagna.

Marta continuò: Ci ha perdute lo stesso uomo. Bene, non importa... Senti... Siamo come due sorelle, ci siamo conosciute da tanto tempo... Pensa così, come penso io. E tu ora mi vuoi bene, e io ti voglio bene... Senti... E la voce s'inteneriva sempre più, maternamente, e tutte e due quelle donne palpitavano. I fattori seguitavano a parlare, più basso.

I cavalli partirono ventre a terra. La lettera. La luna navigava tranquillamente pel cielo. Il profumo degli alberi saturava l'aria infocata e voluttuosa. Le foglie alitavano appena, come il respiro di un fanciullo. Non una nuvola. Le stelle palpitavano di una luce azzurrognola.

Quando nell'anno, in cui comincia il nostro racconto, cioè il 30 decembre 1830, la sublime Pasta, la Orlandi, il Rubini, il Galli avevano cantato a Milano la nuova opera del maestro bergamasco, per tutta Italia, dove allora i cuori palpitavano per le grandezze dell'arte più che non palpitino oggi, e l'arte era ad essi suprema religione, e gli entusiasmi prorompevano più alti e più facili, per tutta Italia, dico, corse il grido delle vaghezze che infioravano l'opera nuova, ne furono ripetute le soavi melodie.

Al contatto di quella materia, Gialluca sentì crescere il dolore. Dopo un’ora si strappò dal collo la fasciatura e gittò ogni cosa in mare, invaso da un’impazienza irosa. Per vincere il fastidio, si mise al timone e resse la sbarra lungo tempo. S’era levato il vento, e le vele palpitavano gioiosamente.

Dopo qualche attimo, il morente riapriva gli occhi, torceva in alto le pupille, metteva un vagito fioco. Avveniva una leggera mutazione nel suo colore. Le sue narici palpitavano. E il medico: Non vedete? Respira. Fino all'ultimo non bisogna disperare.