United States or Italy ? Vote for the TOP Country of the Week !


La signora pareva così allegra, così contenta laggiù! Perché non ci tornava? La casa era rimasta intatta, non era mutata in nulla. Il giardino era diventato più folto. Gli alberi di lilla, un bosco!, erano in piena fioritura. Non giungeva fino alla Badiola il profumo, verso sera? La casa, il giardino, proprio, aspettavano la visita. Tutti i vecchi nidi sotto le gronde erano pieni di rondinelle.

Mancava poco a mezzanotte, quando io uscii dalla mia stanza per andare verso quella di Giuliana. Tutti i rumori erano cessati. La Badiola riposava in un silenzio profondo. Stetti in ascolto; e mi parve quasi di sentir salire nel silenzio la respirazione calma di mia madre, di mio fratello, delle mie figliuole, degli esseri inconsapevoli e puri. Mi riapparve il volto di Maria addormentata, quale io l'avevo veduto la notte innanzi; Mi apparvero anche gli altri volti; e in ciascuno era un'espressione di riposo, di pace, di bont

Poi, la sera, ripassando, vi riprendo in carrozza; e torniamo insieme alla Badiola. Giuliana, me presente, aveva accettato.

Tacqui, in quel giorno; e nei giorni che seguirono, pur ricadendo più volte nella stessa confusa agitazione di ravvedimenti e di propositi e di sogni vaghi, non osai parlare: "Per tornare a lei, tu devi abbandonare le cose in cui ti compiaci, la donna che ti corrompe. Ne avrai la forza?" Io rispondevo a me stesso: "Chi sa!" E aspettavo di giorno in giorno questa forza che non veniva; aspettavo di giorno in giorno un evento (non sapevo quale) che provocasse la mia risoluzione, che me la rendesse inevitabile. E m'indugiavo a imaginare, a sognare la nostra vita nuova, la lenta rifioritura del nostro amore legittimo, il sapore strano di certe sensazioni rinnovate. "Noi andremmo dunque laggiù, a Villalilla, nella casa che conserva le nostre più belle memorie; e saremmo noi due soltanto, perchè lasceremmo Maria e Natalia con mia madre alla Badiola. E la stagione sarebbe mite; e la convalescente si appoggerebbe sempre al mio braccio, pei sentieri conosciuti, dove ogni nostro passo risveglierebbe una memoria. Ed io vedrei di tratto in tratto sul suo pallore diffondersi qualche lieve fiamma subitanea; ed ambedue saremmo, l'uno verso l'altra, un poco timidi; sembreremmo qualche volta pensierosi; eviteremmo qualche volta di guardarci negli occhi. Perchè? E un giorno, sentendo più forte la suggestione dei luoghi, io ardirei parlarle delle nostre più folli ebrezze di quei primi tempi. Ti ricordi? Ti ricordi? Ti ricordi? E a poco a poco ambedue sentiremmo in noi il turbamento crescere, divenire insostenibile; e ambedue, nel tempo medesimo, perdutamente, ci stringeremmo, ci baceremmo in bocca, crederemmo venir meno. Ella, ella verrebbe meno; e io la sosterrei nelle mie braccia chiamandola con nomi suggeriti da una tenerezza suprema. Ella riaprirebbe gli occhi, leverebbe tutto il velo del suo sguardo, fisserebbe un istante su me la sua stessa anima; mi parrebbe trasfigurata. E così saremmo ripresi dall'antico ardore, rientreremmo nella grande illusione. Ambedue saremmo tenuti da un pensiero unico, assiduo; saremmo agitati da un'ansiet

Una cosa però sono le parole, un'altra i fatti. Egli fa un tentativo per incontrare il supposto seduttore di sua moglie, ma sente quasi un sollievo quando lo sa lontano, malato di spinite, vicino a morire. E tornato alla Badiola, dov'è Giuliana e tutta la famiglia, prova di nuovo un avvicendarsi di fermenti, di inerzie, di crisi contradittorie, di abbondanza, di aridit

E ancora una volta mi sentivo rassicurato, come se l'affetto di quel vecchio fosse per me un altro buon talismano contro la sorte. Ancora una volta, dopo la caduta del giorno innanzi, la mia anima si risollevava incitata dalla grande letizia ch'era nell'aria, che splendeva in tutti gli occhi, che emanava da tutte le cose. La Badiola in quella mattina pareva la meta di un pellegrinaggio.

Presi con la massima sollecitudine i provvedimenti necessarii; feci una visita al dottor Vebesti, telegrafai alla Badiola il mio ritorno; e partii.

Trovai Giuliana molto abbattuta di forze, alterata nella salute, triste come non mai. Poco parlammo e senza guardarci dentro alle pupille, senza aprire i nostri cuori. Ambedue cercavamo la compagnia delle due bambine; e Maria e Natalia in una felice inconsapevolezza riempivano i silenzii con le loro fresche voci. Un giorno Maria domandò: Mamma, andremo quest'anno, per Pasqua, alla Badiola?

Intendevo, quando ho incominciato il racconto, intendevo: questo è il primo ricordo che si riferisce alla cosa tremenda. Era di aprile, dunque. Eravamo da alcuni giorni alla Badiola. Ah, figliuoli miei, aveva detto mia madre, con la sua grande ingenuit

Il dottor Vebesti giunse. Tutti, alla Badiola, trassero un respiro, ripresero fiducia, sperarono bene. Giuliana soltanto non si rianimò. Più d'una volta io sorpresi nei suoi occhi il passaggio d'un pensiero sinistro, la cupa luce dell'idea fissa, l'orrore d'un presentimento lugubre.