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Aggiornato: 15 giugno 2025


Io vi lascio sul limite, che non varcai finora, Perchè siete il tramonto ed io voglio l'aurora; Perchè se noi, quì in terra, viviamo una giornata, Io d'ineffabil luce la mia vo' illuminata; Perchè, sazio degli uomini, io voglio amar l'Idea; Perchè gli oscuri baci di questa sacra Dea Valgono i mille affetti della gente piccina; Perchè val più il delirio d'un sogno che affascina. Dell'entusiasmo d'obbligo d'un ballo mascherato; Perchè ai dolor dei molti io mi sono temprato, Perchè i ghigni di scherno, la fame e la Censura, (Dalla fronte brevissima) non mi fan più paura; Perchè la solitudine amo più della folla; Perchè abborro i mïasmi d'una carne gi

Il terzo ricordo, fra quelli delle donne che egli aveva amate, era un ritratto, una fotografia grande, sbiadita, con una dedica i cui caratteri anche si erano scolorati. Rappresentava una donna di un ventotto anni, forse, dalla fisonomia capricciosa e seducente: certi grandi occhi con le ciglia molto lunghe: un nasino troppo piccolo: una bocca ridente: una massa di capelli bruni, ondulati. Era vestita in un costume bizzarro, da ballo mascherato, cioè trifoglio: aveva una gonnella un po' corta, di raso bianco, su cui era applicato un gran trifoglio di velluto nero: sul bustino di raso bianco, sul petto, era ricamato un trifoglio nero, di perline: e la gran collana di perle era rialzata, al collo, da un trifoglio di brillanti. Anche sui bei capelli ondulati, ella aveva un diadema di gemme e una specie di cappellino o di cappellone di velluto nero, a tre foglie, che ella portava come una cornice, come un'aureola. La dedica diceva: Charles, je t'adore Mimì. Il curioso signore, appunto, si chiamava Carlo, ed ella Mimì, un nome vero o falso, chi sa! Falsa senza altro, era la frase della dedica, giacchè Carlo, infatti, aveva adorato Mimì, ma Mimì non aveva adorato lui, amato, niente. Così, senza una ragione al mondo! Ella aveva avuto molti altri amanti, ad alcuni aveva voluto del bene, non era una creatura arida: ma a Carlo, pur dandosi, ella non aveva concesso nulla. Si era data per gentilezza, per compassione, per distrazione, per ozio, perchè, anche, era inutile negarsi, anche perchè Carlo era un amante generoso. Ma amore, Mimì, per Carlo, mai! Oh egli lo sapeva bene, a malgrado le pietose e scaltre menzogne di Mimì, che egli gittava invano la sua passione, la sua salute, il suo tempo, il suo denaro: la donna si dava, ma egli non era amato. Tante volte, glielo diceva, a Mimì: le chiedeva, perchè essa non potesse volergli bene, un poco volergli bene d'amore, naturalmente. Ella si rattristava, perchè era buonina: rispondeva, senza aver il coraggio di mentire: non so. Un sacrifizio costante, una fedelt

Condizione degradante è veramente quella degli eserciti moderni, destinati per la difesa della patria, a dover servire di birro ai capricci di mascherato despotismo, opprimendo quello stesso popolo ch'essi dovrebbero proteggere e difendere! Da pochi giorni dunque era entrato Leonida in San Leo di guarnigione, quando giunse la rapita nostra eroina.

Tanto bastò perchè Alpinolo sospendesse il suo furore, e credendolo un amico, gli dicesse: Porgilo a me, porgilo a me, che lo renda a suo padre. E dov'è suo padrechiese il mascherato.

Dimmi, non sei tu il vignarolo? GUGLIELMO. Dico che sono Guglielmo non il vignarolo. PANDOLFO. Anzi tu sei l'uno e l'altro, il vignarolo e Guglielmo, cioè il vignarolo mascherato in Guglielmo. GUGLIELMO. Io non son altro che Guglielmo, e non è or carnevale che vada in maschera. Non ho altra maschera di quella che mi fece la natura.

Via, ormai, anche questo mio abito da mascherato! Per venirmene con te, è vero? Belcredi. Con me! Con noi! Enrico IV. Dove, al circolo? In marsina e cravatta bianca? O a casa, tutti e due insieme, della Marchesa? Belcredi. Ma dove vuoi! Vorresti rimanere qua ancora, scusa, a perpetuare solo quello che fu lo scherzo disgraziato d'un giorno di carnevale?

Messi gli sporti alle vetrine, Maria stava per ritirarsi, quando un individuo mascherato, che veniva correndo dalla parte del bastioni, si slanciò nel negozio, respingendo indietro con un urto la giovine ed esclamando con voce soffocata: Per piet

Cosa le era successo? Chi mai era quella maschera? Il ratto. L'uomo mascherato si era ritirato, come vedemmo, nelle stanze di Angiolina. Nessuna parola avea proferito la sua bocca; i suoi occhi scintillavano sempre più infernalmente.

Questo petroccol m'ha recato il vento, ed io, senz'altro dir, feci alto leva, ché d'ogni po' di gruccia io mi contento. Aveva la contessa un prete a lato, che pareva un orsaccio mascherato. Fanno i lor convenevol col marchese le dame, i cavalieri e quell'abate, del qual si rise, ed era d'un paese dove soffronsi in pace le risate.

Al tocco il camino era di nuovo mascherato dal paracamino, i fornelli, ricoperti dall'asse e dal tappeto, avevano ripresa la loro aria misteriosa di sarcofago, e le due sorelle erano sedute al loro posto ai lati del balcone, coi loro lavori, che non ismettevano più fino alla sera.

Parola Del Giorno

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