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Corre la fama, che Manfredi, vedendosi attorno tanta gente fedele, ripetesse sovente questa sentenza: «Anche la sventura è buona a qualche cosa; io ho provato questa gente, e mi posso affidare in lei quanto alla lama della mia spada

Ma, ahimè, povero Ghegola! lo stridore che fece la spada nell'uscir dal fodero, e la vista di quella lama così lunga, così larga, con quelle due dita di punta, con quel filo che la faceva parere un gigantesco rasoio, gli fece correre un brivido per tutto il corpo.

Ci avvicinammo alle tre belve sbuffanti, per palparne amorosamente i torridi petti. Io mi stesi sulla mia macchina come un cadavere nella bara, ma subito risuscitai sotto il volante, lama di ghigliottina che minacciava il mio stomaco.

<<Vivo son io, e caro esser ti puote>>, fu mia risposta, <<se dimandi fama, ch'io metta il nome tuo tra l'altre note>>. Ed elli a me: <<Del contrario ho io brama. Levati quinci e non mi dar piu` lagna, che' mal sai lusingar per questa lama!>>. Allor lo presi per la cuticagna, e dissi: <<El converra` che tu ti nomi, o che capel qui su` non ti rimagna>>.

Scossi intanto per terra la lama del vecchio coltello che mi aveva servito a raccogliere i bruchi, non senza nascondere un intimo ribrezzo. Qualunque azione è ideale se ha per scopo l'ideale. Chi ha maggior diritto di vivere secondo voi, il bruco o la rosa? Esitai un istante, levandomi i guanti brutti di terra, poi dissi: L'uno e l'altra.

La cuoca era una giovane tra i quindici e i sedici anni, bruna di capelli come una Rebecca, grassoccia e di forme ben complesse: nella treccia accuratamente pettinata stavale confitto uno spillo con manico di rame dorato, spillo per altro che per le sue dimensioni e per la sua lama poteva piuttosto convenientemente appellarsi un pugnale; il collo e le braccia, nudi, avevano collane e braccialetti di grosso corallo rosso. La fanciulla copriva le spalle con una pezzuola di seta gialla a fiori, di quelle allora dette dell'Indie; aveva un busto ricamato a rabeschi, la gonnella corta, il grembiule di seta rosso, due scarpette che facevano un piedino d'incanto: essa aveva nome Concetta. Accanto al camino si vedeva un giovane di bassa statura, di faccia bronzina, con capelli crespi come quelli dei Mori, con largo petto e di atletica forma; costui aveva una di quelle facce che ti atterriscono al primo guardarle; al suo abbigliamento totalmente marinaresco si ravvisava, senza domandargliene, la sua professione. Ei sedeva su di una rozza panca di legno, aveva le mani incrocicchiate sul petto, stendeva sbadatamente le gambe in avanti e teneva una pipa in bocca dalla quale partivano grosse nuvole di fumo di un tabacco così acuto e forte da far venire (specialmente in quel luogo, che non aveva altro sbocco di aria tranne i camini e la porta) a chi men robusto dei clienti dell'oste dei Tre Mori una congestione cerebrale. Il nostro giovinotto sembrava dover essere in molta buona grazia della giovane cuciniera, giacchè per vezzo talvolta procurava di porre un piede fra mezzo a quelli di lei, come per farla cadere a terra quando si moveva dal camino; e talvolta la immergeva in una nube di fumo che le scaricava sul viso: e la fanciulla corrispondeva a tali amorosi scherzi col toccare il marinaro con le molle uscite dal fuoco o con gettargli nella pipa gli spruzzi del brodo del dentice. Onesti passatempi, che l'oste, padre della fanciulla, non vedeva, che la madre di lei approvava, e di cui il resto degli ospiti rideva. Nella serata di cui narriamo, la taverna conteneva proprio persone direi quasi di famiglia, cioè intimi di essa. Vi era cena e cena frugale; volevasi da costoro festeggiare il carnevale, ma non festeggiarlo in maschera; festeggiarlo col rhum, col ginepro di Olanda, col vino e con una buona mangiata. Gli ospiti che attendevano fosse preparata la mensa erano cinque, senza il giovane che accennammo, senza l'oste, sua moglie, e la figlia; e quei cinque col

Ogni parola faceva fremere Gabriella; le sembrava una lama avvelenata, che le si rivolgesse nel cuore. Oh! io la salverò quella donna, pensò, a qualunque costo. Iddio mi sceglie a quest'opera.... Me ne rimeriter

In questo dire il Guercio fece balenare la lama di un coltellaccio che aveva cavato fuori pian piano. V'ingannereste, Guercio, rispose il Bello, balzando rapidamente un passo indietro, io non ho in tasca altro metallo che questo.... a doppio scatto.

Niente era puro al mondo. Quest'intimo pensiero, fisso come un chiodo, tagliente come una lama, fondo, solitario, la attaccava nelle sorgenti stesse della vita.

Subito aveva capito lo scopo da cui era condotto. E sebbene il suo amore per Ida fosse privo d'ogni speranza pure quell'annunzio di un matrimonio imminente gli aveva fatto l'effetto di una fredda lama di pugnale che gli venisse piantata in cuore. Maritandosi, Ida sarebbe partita.