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Aggiornato: 6 maggio 2025
Ma la Catraia fu nell'altra stanza in un salto e tornò con la bottiglia del rhum.
Bevve un goccetto di rhum, si passò il dorso della mano vellosa e enorme sulle labbra e soggiunse: Guardi, tre cavalli m'erano rimasti e uno m'è finito a Roccadaspide, col carbonchio.
Ma non s'eran più visti nè infermiere, nè medico. Chi poteva risponder di sè e degli altri in quei giorni? Intanto il male cresceva di violenza e il pover'uomo che aveva trangugiato in un colpo tutta la mistura e aveva bevuto una mezza bottiglia di rhum, si contorceva urlando sul letto. E lo lasciavano morir come un cane!
Non c'era nè bevere acquavite o rhum, nè portar doppie calze di lana, nè camminare e saltare, io li avevo sempre gelati. Un giorno mi lamentavo di questo incomodo con un vecchio garibaldino d'un altro battaglione, un povero diavolo, contadino di origine, che mi aveva reso qualche servigio, ma non mi conosceva più che tanto. Lo vedo spalancar gli occhi e dirmi: "Ma diavolo!
Un rhum! chiese l'ercole, dopo un po', lanciando al soffitto la prima boccata di fumo denso e puzzolente Almeno soggiunse, e si trasse davanti il bicchierino qui c'è calduccio, ci si sta bene. Hanno visto fuori? Mezzo palmo di neve e nemmeno un cane per la via. La neve in Ottobre? Ma dico, dove siamo? In Russia? Cattiva stagione disse il di Bartolo, per dir qualcosa.
O forse qualche briccone, profittando dello stato della sua mente.... Può essere, replicò laconicamente Neri, raddoppiando la dose del rhum, cosa che egli faceva quando avveniva alcun che di straordinario o nel barchetto o nella capanna. Ebbene si terr
Tartarin sognava caccie di orsi, di leoni, di elefanti, centellinando bicchierini di rhum in quel suo salotto parato di armi d'ogni sorta e di ogni tempo. E dire che, da buon provenzale, avrebbe dovuto fantasticare soltanto bei colpi ai berretti, quei bei colpi con cui i suoi amici si solevano compensare, nelle partite di caccia, della selvaggina che non trovavano!
Che aria arroventata! Che colori taglienti! Che scabbia m'ho indosso!... Dove sono i miei acquerelli? Vorrei stemperarli nel rhum!... Intanto vi racconterò un'istoria, intanto che l'omnibus trotta, trotta, trotta. La racconterò a te, bronzina marinara. E ti guardo!... Devi sapere che da noi, nelle citt
Avevamo al collo grevi stole di noia, e curvi stavamo come vecchi preti, stanchi, assai stanchi di far sacrifici al nostro idolo antico!... Oh! i brividi delle nostre braccia che sollevavano, fra dita malferme, verso il soffitto coppe funeree: assenzio o rhum! E brillavano, fantasmagoriche, le bevande, sgranando l'ombra loro e il loro fosforo prima d'assolvere i nostri rimorsi!...
Se alla sera fossi ancora alla spiaggia colla fanciulla nerissima, pregherei il mare che ci sguazzasse un po'. Che sbuffi da cratere! Che luna color di rame! Che bruciaticcio di fornace! Oh poveretto me! non ho abbozzato una macchia: il mare avvalla, la spiaggia si slontana.... Dove sono? A chi racconto la mia istoria platonica? A chi comando un altro bicchierino di rhum?
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