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Aggiornato: 26 giugno 2025
E la gara continua, continua ancora nel palazzo del Conte d’Isnello Domenico Termine, nel Cassaro con altra festa, cominciata col passeggio delle carrozze di maschere e finita con balli mascherati; e si chiude nel piano dei Bologni, dentro il palazzo Villafranca ove dell’unico principato del Sacro Romano Impero in Sicilia meritamente si onora la famiglia Alliata.
Dalla teologia e dalla letteratura il Gregorio passava alla storia ed alla diplomatica, e nel tranquillo presbiterio di S. Matteo nel Cassaro, solo e senza maestri, sudava ad imparare la lingua araba, nella quale si levava maestro così esperto e sicuro da strappare la maschera all’Ab. Vella.
Poichè tanto di quest’argomento degli alberghi, quanto di altri simili non è stato scritto nulla finora, ci si consenta di aggiungere, sorpassando il settecento, che il posto di Madama de Montaigne fu preso dall’Albergo della Gran Bretagna nella Piazza Marina, che avea balconi sul Cassaro, a pochi passi della Chiesa della Catena.
Ad evitare pettegolezzi, lasciamo dunque la locanda della signora de Montaigne; ma, gittando un’occhiata all’ultimo piano di essa ed ai balconi che danno nel Cassaro, noi, con gli occhi della mente, vediamo ancora il giovane Goethe sulla terrazza, estasiato nel godimento del mare, del cielo e del Pellegrino, ch’egli non cessa di proclamare il più bel promontorio del mondo²⁴⁴.
Il Re, abituato ad altri divertimenti meno leciti, non capì questo: e, senza punto scomporsi, rimise per mezzo del suo ministro Principe del Cassaro la istanza al Senato perchè ne facesse «l’uso che conviene». Ed il Senato la mandò, come in linguaggio burocratico si dice, agli atti, e concesse invece all’Orto Botanico quello spazio di terreno che fronteggia l’Orto medesimo⁴⁵.
Il Cassaro rosseggiava di mazzuna e di torce a vento; i pifferai coprivano col loro suono il mormorio indistinto dei recitanti le preci. Avvolti nei tradizionali mantelli o nelle grandi fasce di lana, i venditori ambulanti gridavano: Mmiscu, petrafènnula e zammù!... Zammùu!... liquori e dolci del mese di Natale, che mettevano a prova le più forti dentature e le digestioni più vigorose²³.
Non men chiassose, nè men pericolose le corse, attrattiva magica, affascinante pel popolo specialmente delle campagne e dei comuni. Per quante precauzioni si prendessero ad evitar disgrazie, queste non mancavano mai. Lungo le catene del Cassaro, a destra ed a sinistra, per molto spazio, addossati a palazzi ed a botteghe sorgevano palchi per chi volesse sottrarsi agli urtoni della folla.
Laonde la via Macqueda diceva e dice Strada nuova, quasi per distinguerla dalla vecchia, che per antonomasia è sempre il Cassaro; piazza Vigliena, le Quattro Cantoniere; piazza Caracciolo, il Garraffello; la strada Colonna, Marina; la Villa Giulia, Flora; la via Albuquerque, strada Cappuccini ecc.
Lasciamo dunque gli spettacoli che le resero famose. Noi non ci fermeremo neanche a prendere una polizza d’un baiocco della Beneficiata che le precede e le segue. Noi non vedremo il carro trionfale salire dalla Marina a Porta Nuova, brillante ai raggi dall’ardente sole di luglio, e scendere da Porta Nuova alla Marina illuminato da mille torce sotto il cielo di quelle incantevoli sere. Noi non assisteremo alle emozionanti corse dei cavalli nel Cassaro, alla solenne Cappella reale nel Duomo, alla lunga processione delle cento confraternite, delle cento bare e cilii, degli ordini religiosi, e dell’urna con le reliquie della Patrona della Capitale. Lasciamola, quest’urna, a percorrere un anno l’una, un anno l’altra met
La buona e dolce madre di Giuseppe Balsamo con la figliuola Giovanna, vedove entrambe, avevano abbandonata la via della Perciata e si erano ritirate in via Terra delle Mosche vicino il Cassaro³⁵³. Quivi accompagnato da uno scritturale di un valente avvocato, le trovò Goethe, modeste, ignare della sorte dell’amato congiunto, impazienti di notizie di lui, che per sentita dire sapevan gi
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