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E non diverse le pene ai contravventori, anzi più gravi delle solite: «I cocchieri, la frusta e quaranta sferzate o zottate del carnefice sopra un cavalletto nella piazza Vigliena; i padroni, la multa di onze cento o la perdita istantanea con la vendita irremissibile nella medesima piazza della carrozza, o calesse, o biroccio, o corso, o tariolo»⁹². ⁹² Bando cit. del Lopez, 21 Ottobre 1795.

Laonde la via Macqueda diceva e dice Strada nuova, quasi per distinguerla dalla vecchia, che per antonomasia è sempre il Cassaro; piazza Vigliena, le Quattro Cantoniere; piazza Caracciolo, il Garraffello; la strada Colonna, Marina; la Villa Giulia, Flora; la via Albuquerque, strada Cappuccini ecc.

In Palermo, MDCCLXVII. Nella Stamperia dei Santi Apostoli in Piazza Vigliena presso D. Gaetano M.a Bentivegna. In-4º, pp. 7. Come più piccolo, non potea esso pretenderla alla magnificenza del fratello maggiore, ed avea ricordi non alti nelle rappresentazioni comiche di antichi artisti buffi, giunti fino a noi col titolo di Travaglini; onde il nome che ne serbò lungamente.

Guardando qualche vecchio disegno della piazza Ottagona o Vigliena nella ricorrenza di eccezionali solennit

La Conversazione sul finire del secolo non era più da Cesarò. Ai socî parve un po’ fuori centro: e centro per ogni buon palermitano è la Piazza Vigliena. «Martedì 9 dicembre del 1800 il Re assiste alla processione della Immacolata dalla casa del Barone Gugino (Bordonaro), destinata alla Conversazione dei Cavalieri e Dame della citt

Più clamorosa ancora, anzi vero baccanale, l’impiccagione del Nannu nella Piazza Vigliena: giustizia sommaria del Carnevale, personificato in un vecchio stecchito, che si menava al supplizio col corteo di popolani camuffati da Bianchi: altra parodia delle esecuzioni criminali con finto corrotto e con nenie, che volevan ritrarre le reputatrici o prefiche¹⁰.

Il Santacolomba, Direttore del Conservatorio, vedeva ogni giorno un caffè d’allora nella Piazza Vigliena, «frequentato soverchiamente da questi fertili professori» e ne avrebbe voluto scemato il numero¹¹¹. ¹¹¹ Santacolomba, La Educazione della Gioventù ecc. p. 44.

Ma a quando a quando scenette consimili nel mezzo della Piazza Vigliena, sopra un fonte, o una impalcatura, o sul nudo basolato offrivano divertimento ai monelli con piccole ma vivide fiammate di opere proibite, di ventagli con figure oscene, di legni medicinali sia avariati, sia ritenuti dannosi alla salute.

Sullo spirare del secolo, l’a. 1798, una cassa di libri giunti da Venezia con carte giacobinesche, dopo maturo esame del P. Sterzinger incontravano la solita sorte³²⁷; ed il 6 aprile 1799, una scena di codesto genere assumeva tutta la pompa del soppresso S. Uffizio. C’era presente P. D’Angelo, il quale, tornando a casa, prendeva quest’appunto: «Si son portati molti libri venuti di fuori Regno, e per ordine del Governo, impediti ad entrare in dogana, son portati alla Piazza Vigliena, ed ivi si son dati alla fiamme a suon di tromba del boia; dopo di che il sac. Arcieri (prete rimasto proverbiale) fece in quel luogo un sermone in cui dimostrò la vanit

Siamo alla sera del 31 ottobre 1798, e deve andare in iscena la nuova opera buffa: Il Cartesiano fanatico del Tritto con la Nicodemi, prima donna. Il cartello della Piazza Vigliena annunzia il cominciamento ad un’ora di notte, consueta dell’opera. A quell’ora appunto il teatro ha principio. Il colto pubblico di dame e cavalieri manifesta il suo mal’animo verso la Nicodemi, e protesta che non vuol saperne, altro che per udire o riudire la Semiramide⁷⁵. Al Capitan Giustiziere, Principe Carlo Gir. Castello, non par vero di cogliere la palla al balzo: e manda in carcere il messo ed il palchettiere. Ma come c’entrano questi disgraziati? chiede la Marchesa di S.a Lucia al Vicerè; ed il Capitan Giustiziere, che ha commesso un vero abuso di potere, posto tra l’uscio ed il muro, mendica per giustificarsi i più futili argomenti, e nasconde l’avversione al teatro di piazza S.a Caterina con questa magrissima scusa: A rispetto del digiuno, nelle vigilie, di estate si suole aprire il teatro a un’ora di notte; ma d’inverno non è così: le sere, le notti son lunghe, ed il pubblico non vuol esser congedato dal teatro presto. «Il moto che nelle vie cagiona il ritorno della gente dal teatro, tien desti i cittadini e rompe molti disegni nella citt