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Aggiornato: 26 giugno 2025


Fra un accesso e l'altro, in quel barlume di coscienza che si racquista a balzi per ricadere subito dopo nelle tenebre, io sentiva la voce di Giuseppe Lamberti a gridarmi: che cosa hai preso? Egli e pochi altri amici sapevano ch'io temendo d'esser fatto prigione e tormentato per rivelazioni, aveva preso con me un veleno potente.

Indi non mi è parso per questo sol barlume allontanarmi dalle altre memorie tutte. Forse Neocastro mal espresse l'uficio de' capitani delle province; forse Surita mal comprese quel gergo latino, che se è oscuro in prosa, peggio dovea invilupparsi in poesia. Chi ami più minuti ragguagli di questo perduto poema o racconto, vegga il di Gregorio, Bibl. aragon., tom. I, pag. 11 e 12.

Balzò dal letto e corse ad aprir la finestra. Un barlume di luce bianchiccia appariva da levante. Potevano esser le tre del mattino. Chi batteva frattanto? Si affacciò, per domandare, mentre un'altra finestra si apriva al piano inferiore. Son io.... Filippo; rispose una voce dal piazzale. Filippo era il nome di uno dei servitori della Balma. Che c'è? che volete? chiese Maurizio, riconoscendolo.

Di questi il primo, nato di gran legnaggio, nella terra di Scalea in Calabria , imparentato colla siciliana famiglia de' conti d'Amico, e signor di feudi in Sicilia e in Calabria , venuto era fanciullo seguendo la regina Costanza, con madonna Bella madre sua, nutrice della reina; e a corte d'Aragona si era educato nelle armi e nelle astuzie. Pietro molto amore gli pose; il fe' cavaliere con Corrado Lancia, giovanetto congiunto della reina; e una sorella di Corrado a Ruggiero sposò. I due cognati prestantissimi si fecero in armi: e avvenne che Corrado, pria dell'altro che tanto dovea vantaggiarlo di gloria, ebbe nome, e segnalossi capitan di navi catalane, in fatti audacissimi sopra Saraceni . Giovanni di Procida per altra via più combattuta venne in grazia al re d'Aragona. Nacque costui, o fu allevato in Salerno; ebbe alto stato appo l'imperator Federigo e Manfredi, e oltre il feudo di Procida molti beni allodiali in Salerno; fu medico assai riputato ; e tradusse dal greco in latino, o compilò in latino, le massime di filosofia morale degli antichi sapienti . Narrano alcuni, a ringrandir Giovanni e rendere più patetici i suoi casi, che volontario ivane in bando, trafitto di mortal rancore perchè uomini francesi per violenza contaminasser la moglie e la figliuola di lui, uccidessero il figlio che difendeale; e di tanto misfatto negassegli giustizia il re . Ma non drammatico appar questo esilio dai documenti, che attestan Giovanni fatto ribelle innanzi il milledugentosettanta, probabilmente per la guerra di Corradino, e se gittan qualche barlume su i suoi domestici torti, dan luogo a tal sospetto più tosto dopo l'esilio che innanzi . Come noto nella corte di Manfredi, Giovanni cercò asilo appo la reina Costanza in Aragona; ov'ebbe da Pietro le signorie di Luxen, Benizzano, e Palma; cortigiano suo fidatissimo divenne, e consigliere : ch'uomo fu di molta saviezza e dottrina, aguzzato anco la mente da un intenso odio, e dalle aspre sue vicende ammaestrato a maneggiare questi vari e sfuggevoli animi degli uomini. Quegli usciti, dall'amaro soggiorno in corte straniera non volgendo altro nell'animo che la patria loro e la vendetta contro quella rea mano che li cacciò, forte stigavano il re. Tritavan insieme con esso le condizioni delle cose; la mala contentezza de' popoli in Sicilia e Puglia; la tirannide stolta di Carlo; i disegni del papa; i timori del Paleologo: aver questi oro e non armi; Aragona il contrario; Roma saette d'altra tempra: s'accozzerebber pure; battesse l'ali questo Carlo, gli aggiusterebbero il colpo. E spiavan, vegliavano; ad ogni nuovo eccesso di Carlo, spuntava nel cupo consiglio d'Aragona un sorriso . Memorabil epoca in cui i quattro principi che tenean la più parte delle regioni europee bagnate dal Mediterraneo, furono ad un medesimo tempo di gran valore, e di grandi vizi, degni se non di lode, certo di fama. In Oriente il Paleologo, usurpatore, ma ristorator d'un impero, fraudolento più che forte, tremava di re Carlo. Questi agognando a tal vastit

O Vergine che un giorno ho pregato, o Madonna, in cui ancora ho un barlume di fede melanconica, protettrice della mia Lidia, fammi dimenticare la mia Lidia! E preghiera questa? Come sarei felice di morire e di terminare il martirio dell'anima mia! 22 ottobre. Faccio forza per non scrivere, ma non posso.

Nel silenzio della notte, sul letto solitario, cercò invano di trovare cosa che lo acquietasse, e gli pareva di camminare tentoni in luogo tenebroso, pel quale più si avvolgeva, più si smarriva. La mattina quando si risvegliò, si avvide di avere una carta nella mano destra; onde maravigliato del caso si accosta alla finestra, e al barlume del crepuscolo legge: Rammentatevi di vostro padre.

Un barlume di speranza, la speranza di salvare quelle carissime creature, balenò alla mente dei due amici i quali, non essendovi tempo da perdere giacché i nemici si preparavano ad un nuovo assalto, vollero tosto seguire il provvidenziale consiglio del vecchio operaio.

Rientrato in casa, un barlume di luce proveniente dalla mia camera, m'inquietò, credendo avessi dimenticata accesa la lucerna o i bracci dell'armadio, fin dalla sera prima; apersi la porta, e mi fermai sulla soglia d'un tratto.

Una moltitudine nel complesso ancor bene satollata e ben pasciuta, poco di denaro e poco di ricchezze se vuolsi, ma tali però ancora che non potevano promuovere eccessivi lamenti; qualcosa in ombra, in barlume bensì di sovvertimento, di rovina, di confusione ma, di cui le intelligenze volgari non potevano avere nessun sentore; epperò nel complesso di tutta quella vasta famiglia, quel che si direbbe tranquillit

Se colui ha potuto dirmi: Mummia! riflettevo, significa che ha veduto in me qualcosa che gli ha richiamato la mummia alla memoria. Barlume di coscienza infantile, sparito presto e non rinnovatosi più. Non godevo e non soffrivo.

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