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Non ne sentiva il bisogno, rispose Rosina, mi sono leggermente addormentata sulla poltrona; ma hai fatto bene, a venire a trovarmi: aiutami a spogliarmi, prenderò qualche ora di sonno fino al pranzo. E volete stare digiuna fino alle quattro? riprese Mary, lo stomaco ci patisce, signorina; ma a proposito, vi è una ragione per far colazione: a momenti verranno a farla in vostra compagnia.

Cane!... Assassino!... Baciarmi la mia donna! Portarmi via la dolcezza di quella carne! Godermi quel corpo, mio, mio! E dopo, come niente fosse, piantarmi qua col grosso podere sulle braccia, vedendo che non potevo bastare ai lavori! E spogliarmi di quella poca roba con la scusa della spartizione!... Cane!... No. Caino!... Tu possa morire senza dire «Gesù» e bruciare per l'eternit

Mi precipitai verso il mio serraglio, poichè non sentiami la forza di abbandonare il mio regno senza portarne meco la fanciulla che mi aveva affascinato, e abbracciando Opala, le dissi: La rivolta sta per spogliarmi del regno e della vita.... fuggiamo, vieni meco: io sarò ancora il monarca più felice, il più ricco, il più fortunato se potrò trascorrere il resto della mia esistenza con te.... se tu sarai mia, mia cara Opala, mia dolce fanciulla! , , fuggiamo nella mia patria, dove la dignit

Io ho potuto, dissi allora, sollevandomi di tutta la persona, animato da non so qual forza interna, io ho potuto forse mostrarmi debole d'innanzi ad un'esigenza cui le abitudini contratte nella mia patria mi rendevano un poco ripugnante, ma non lo sarò mai d'innanzi agli uomini che vogliono spogliarmi del regno, privarmi dei sacri diritti che mi sono stati trasmessi da mio padre.

Ma or che m'avveggio, avea fatto un bel guadagno! che dove il mio panno è finissimo e val dieci scudi la canna, questo appena val cinque Ma per mostrar che son gentiluomo, andrò a maestro Rampino e gli dirò che vi dia le mie vesti per tutto oggi ch'or mi rincresce spogliarmi, e fra tanto vi darò trenta scudi in pegno, dove queste non vagliono quindici.

AMASIO. Non mi mancate, di grazia, se m'amate. CINTIA. Mancherei piú tosto a me stesso. AMASIO. Io adesso vo a spogliarmi per mandarvele; adio. CINTIA. Adio, signora mia. ERASTO. Cintio mio caro, amico mio dolce, convenevol mezo da conseguir tutte le mie amorose consolazioni, quando vi pagherò giamai tanto obligo? Deh, lasciate che vi baci le mani apportatrici de' remedi alle mie passioni!

MANGONE. Vi prego a ricordarvi che vi son servo, e raccommandatemi a misser Rastello Fallatutti di Monteladrone. PANFAGO. Egli vi si raccommanda di tutto cuore. A dio, MANGONE. MANGONE. A dio, Rampicone di Maltivegna. PANFAGO. A te è giá venuto il male, e ti ricorderai spesso del mio nome! Andrò a spogliarmi, e a casa di Alessandro a diluviare.

Poco men cale, ma non lo appagherò mai; voi mi consigliereste forse a spogliarmi di tutto il mio? No, zia, non intendo dir questo. E che intendete voi dunque? Voi parlavate di far rimproveri al signor Montoni...» disse Emilia titubante. Che! Forse non li merita? Certo; ma non credo sia prudenza il farglieli nella situazione attuale.

A che se ne accorgerá Lampridio? che quanto piú se ne beve piú ce ne resta: è forse la nostra botte della cantina che bevendo vien meno? E se ben si scopre, che potrá farmi Sennia? potrá altro che spogliarmi questi panni che m'ha fatto ella e cacciarmi fuora? Almeno se ho da mostrar le carni nude, le mostrerò grasse e liscie.