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Quelle, ch'eran cortine alle finestre, son or camicie a' miei figli infelici. Coltrici, drappi e fino alle canestre son ite al ghetto, pegno a quegli amici; altro non ho che miserie ed affanni e lo sperar che Dio mi tronchi gli anni.

Com'è bella, pensava egli, come è poetica la leggenda dei popoli primitivi! Hanno veduto nell'iride il pegno dell'alleanza tra Dio e le sue creature. Infatti, che cos'è l'arcobaleno? Un sorriso della luce dopo la tempesta.

Io metto pegno che l'onorevole Ariberti, abbacinato da tutto quello splendore di sete e di trine, da tutto quello scintillìo di diamanti, da tutta quella perlagione di carni, s'augurò per un istante di esser Paride e d'avere un pomo tra mani.

TEODOSIO. Tu eri appena di duo anni che, tenendoti in braccio e andando a diporto per lo capo di Pausilippo, fummo disavedutamente presi da' corsari. A me parendo aver un pegno dell'amor grande che portava a Sennia mia consorte carissima, mi son ito sempre teco disacerbando la passione che ne soffriva.

DON IGNAZIO. Mi nieghi Dio ogni contento se non ve la chiedo con la bocca del core, ch'io non torrò altra sposa in mia vita che Carizia. E in pegno dell'amore ecco la fede: accoppiamo gli animi come il parentado.

Un pranzo non si racconta, se non quando sia da trarne occasione per descrivere le sensazioni gastronomiche dei personaggi. Del resto, il pranzo è sempre eccellente, fosse pur quello di un avaro, quando l’ospite è innamorato, e siede accanto a lui la donna ch’egli ama. Se a Damiano avessero servito in tavola un coccodrillo arrosto, metto pegno che il nostro eroe non ci avrebbe badato.

Dov'ella è, si può metter pegno che egli sia, o non istia molto a capitarci.... L'altro , ai giuochi Megalensi, l'avete veduto? E dove?

Che cosa intendessero per Vampun i naturali di Haiti non è chiaro. Forse era il nome d’un loro Dio? Forse significava amicizia? Certo, era un pegno d’alleanza, quella cintura, e dinotava amicizia per la vita e per la morte. Tolteomec e la sua bella figliuola furono calati nel palischermo. Abarima, prima di scendere, volse in giro i grandi occhi d’indaco, bagnati di lagrime.

Bravo! e Barudda, che è frate nel monastero di San Giusto, ha la pazienza che manca a voi altri. Aspettate che la scena sia nel convento, e lo vedrete. Fatecelo vedere fin d'ora, interruppe dal suo posto il Bello, tanto da assicurarci che non l'avete messo in pegno per pagar le tasse. , benissimo detto, fatecelo vedere!

Io non sono il nemico di Lusetta, ma il servitore rispettoso e devoto di monsignor di Patrasso. Ora, poichè il fratello non ha denari e che io non posso fargli alcuna anticipazione sul pegno prezioso che e' possiede.... La porta si aprì. Il re entrò. Don Domenico rinculò fino al fondo del salone. Monsignor Cocle si alzò. Il re andò dritto a lui e gli baciò la mano.