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Non ne sentiva il bisogno, rispose Rosina, mi sono leggermente addormentata sulla poltrona; ma hai fatto bene, a venire a trovarmi: aiutami a spogliarmi, prenderò qualche ora di sonno fino al pranzo. E volete stare digiuna fino alle quattro? riprese Mary, lo stomaco ci patisce, signorina; ma a proposito, vi è una ragione per far colazione: a momenti verranno a farla in vostra compagnia.

FILENO. Guarda gaglioffo! Forse ch'io nol pensai che gli è ubbriaco, questo impiccato? M'era giá venuto il cuor, di compassione e di paura, ad un granel di miglio. Che t'han fatto? Di', Pilastrino. PILASTRINO. Son caduto giú da le mura de la ròcca. Oimei! Aiutami, qua giú nel fosso, fratello, ch'io moro. Vorrei la candela da benedire e ben da bere in questo affanno.

"Lo comprendi, o carnefice? Tu mi guardi? Tu taci?" Ella facea paura. Agitava le braccia, E diceva: "Lo voglio!" con aria di minaccia. Correva per la stanza. Abbrancava le grate Dell'usciuolo del carcere con mani forsennate, Gridando: "Spingi! Aiutami! Aiutami, amor mio!" Ei mormorò di dentro: "Lea, non perderti!... Addio!"

Mortella! La figlia sobbalza alla voce improvvisa, e si volge. La madre si slancia verso di lei. Ti trovo finalmente! Perché sei fuggita? perché m’hai lasciata così? T’ho cercata da per tutto. Mi sono trascinata da per tutto. Non so come non sia morta di schianto. Figlia, figlia, aiutami, che non ne posso più! Ella s’abbandona sul sedile di pietra, come in punto di venir meno. Mortella.

Ve la tenne un pezzo il vecchio amico e la bagnò di lagrime calde che uscivano dal vecchio cuore. Fu il primo Ezio a svegliarsi e chiamò Andreino che dormiva in un letto accanto. Ho sentito sonar le tre all'orologio del corridoio. Aiutami a vestirmi: noi dobbiamo essere su qualche altura prima che il sole metta fuori le corna.

Parlerò di modo che alcune parole ne ascolterá egli che li parranno che vadino in suo favore, e parlerò basso poi quelle che non voglio che ascolti. Balia balia! accostati a me. BALIA. Eccomi, signora mia. AMASIO. Di' a Lidia che ascolti dalla fenestra ch'ora ragionerò di lei a Cintio, perché me ne porge occasione; e aiutami come m'hai promesso.

Era quel suono che rende irriconoscibile la voce nostra nell'eccesso della sofferenza corporea, quel suono che agguaglia l'uomo che soffre al bruto che soffre: il lamento istintivo d'ogni carne addolorata, umana o bestiale. Ogni tanto ella ritrovava la sua voce per ripetere: Aiutami!

«Aiutamidisse al servo, e pieno di venerazione scrupolosa rialzò quel diletto corpo da terra, se l'accostò, se l'adagiò fra le braccia come se fosse viva; senonchè quelle due bianche mani che spenzolavano inanimate, quella fronte purissima, e quei lunghi capegli sciolti e stillanti acqua davano indizio di ciò che era veramente.

Ludovico Paura di che?! Caterina Ho paura del dubbio terribile d'avere aspettata nel fondo oscuro dell'anima mia, senza rendermene conto, la morte del mio piccino, per correre a gettarmi fra le tue braccia.... È atroce, è atroce!... E tu devi aiutarmi a vincere questo dubbio prima che io entri nella tua casa!... Te ne supplico, Ludovico: aiutami tu, aiutami tu! Ludovico Caterina Ludovico

«O de li altri poeti onore e lume, vagliami ’l lungo studio e ’l grande amore che m’ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se’ lo mio maestro e ’l mio autore, tu se’ solo colui da cu’ io tolsi lo bello stilo che m’ha fatto onore. Vedi la bestia per cu’ io mi volsi; aiutami da lei, famoso saggio, ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi».