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mai anche limitandosi a scorrere la Storia onesta ma imperfetta del moto scritta da Santarosa erano state più visibili le tristissime conseguenze d'un tristo programma. Un proclama di Carlo Alberto, capo del Governo Rivoluzionario, aveva largito amnistia alle truppe che lo avevano fondato. La Giunta s'era avvilita in negoziati coll'ambasciatore russo, conte Mocenigo, che offriva sfrontatamente perdono ai cospiratori e qualche speranza d'una Carta Costituzionale. Erano uomini d'innegabile patriotismo e di core, e giurati tutti alla Carboneria; e nondimeno tremanti fra le esigenze della rivoluzione e le forme accettate della legalit

Beatrice di Bovadilla fu ancora un giorno presso la regina, che era ritornata da una visita a Medina del Campo e alla tomba di sua madre. Sperava di persuaderla a visitare l'Almirante, o almeno ad occuparsi di lui, come ella aveva promesso; ma Giovanna, tutta al suo Filippo, non aveva tempo da ciò. Si era anche sempre in negoziati col Ximenes, per riamicare i giovani sovrani col re Ferdinando; l'amministrazione di Castiglia, per essere ancora in mano al Ximenes, poteva dirsi abbandonata da Ferdinando, più attaccato che mai alla sua preda. Così la Corte, scambio di scendere nella nuova Castiglia, ritornava a Burgos, capitale della vecchia. E la marchesa di Moya, non volendo per un verso allontanarsi dall'Almirante, seccandosi per l'altro delle strane gelosie di Giovanna, non accompagnò la regina a Burgos, lasciando volentieri ad altre dame di Castiglia gli onori e le noie di una illustre servitù. Per tenere i nuovi sovrani in guardia contro gli artifizi di Ferdinando c'erano i nobili castigliani, coi quali Beatrice di Bovadilla era andata fino a Laredo; per ottenere il riconoscimento dei diritti di don Cristoval e la sua reintegrazione nelle pristine dignit

Seguirono negoziati, proposizioni reciproche di smetter ciascuno il proprio comando; ma ineseguite, forse ineseguibili. Era ordinar lo scoppio, e la propria sconfitta. Pompeo fugato raccolse suo nerbo in Grecia, pur tenendo Africa e Spagna, sue vecchie province. Allora si guerreggiò in tutto il mondo romano.

Adunque mandò ambasciatori a papa Alessandro, che era stato alleato non capo della guerra: ma che doveva essere naturalmente, e tal fu ora de' negoziati; e che potrebbe in essi accusarsi d'aver derelitta la Societá lombarda, se non fosse che due doveri sono in qualunque papa, di capo della cristianitá e di principe italiano, e che quello è primo incontrastabilmente, e lo sforza a riaccettar nella Chiesa chiunque vi vuol rientrare, sia a pro o a danno d'Italia; se non fosse del resto, che non è un cenno, non un'ombra a mostrare che le cittá lombarde o niun italiano d'allora desiderasse l'indipendenza, desiderasse piú di ciò che al fine s'ottenne; se non fosse anzi, che parecchie delle cittá si staccarono dalla Societá comune, trattarono miserabilmente, separatamente, molto piú che il papa.

Se il generale non lo esibì fin d'allora per sospendere negoziati e poteri del negoziatore, sorge il pensiero ch'ei volesse trarre partito da quei negoziati, che inceppavano la vigilanza e le forze del popolo romano, per impadronirsi a poco a poco, senza incontrare resistenza, dalle posizioni migliori; certo com'egli era di porre fine quando giovasse, rivelando il dispaccio del 26, agli accordi e di rompere, pronta ogni cosa per assalire, la tregua.

Conchiusa appena la pace colla Turchia, arrivò in Venezia una importante missione dalla Persia. La componevano due padri domenicani: Maria di S. Giovanni ed Antonio di S. Nazaro, incaricati dall'arcivescovo di Nashirvan di presentare al senato la relazione dei suoi negoziati colla Persia, e la risposta dello sh

Poi, gl'italiani, che, come pare accennato da certi negoziati tra Vitige e Belisario, e come, del resto, è naturale immaginare, aveano sperato riavere un imperator occidentale, ebbero a governator sommo Narsete eunuco, maestro de' militi, patrizio e gran ciamberlano, e sotto a lui, un prefetto del pretorio. Non trovo se i due sedessero in Roma o Ravenna: è probabile in questa.

Che l'intento dei negoziati, o meglio per dichiarazione esplicita del signor O. Barrot a nome de' suoi colleghi e del presidente delle rispettose timide istanze del governo francese, è quello d'ottenere dal papa concessione d'una consulta che voti l'imposta, consulta nominata dai consigli municipali e risultante dal principio elettivo al terzo grado;

Seguono negoziati, guerre, paci e congiure ed assassinii per interessi privati, piú che per comuni: una guerra d'Innocenzo contra Ferdinando e fiorentini, ed una pace del 1486; un matrimonio tra una figliuola di Lorenzo de' Medici e Franceschetto Cibo, a' cui posteri rimase quindi il ducato di Massa-Carrara; Gerolamo Riario, pugnalato da tre capitani suoi . La sua vedova seppe conservar il principato a lor figlio; ed ella sposò poi Giovanni de' Medici, detto delle «bande nere», che vedremo ultimo de' condottieri italiani, primo de' fiorentini, e padre a Cosimo granduca.

Sire! La impresa può riescir gigantesca per uomini che non conoscono calcolo se non di forze numeriche, per uomini che, a mutar gl'imperi, non sanno altra via, che quella di negoziati e d'ambascerie. È via di trionfo sicuro, se voi sapete comprendere tutta intera la posizione vostra, convincervi fortemente d'esser consecrato ad un'alta missione, procedere per determinazioni franche, decise ed energiche. L'opinione, Sire, è potenza che equilibra tutte le altre. Le grandi cose non si compiono coi protocolli, bensì indovinando il proprio secolo. Il segreto della potenza è nella volont