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Nina si alzò per prendere la mano dell'artista; negli occhi sfavillanti, nelle mani tremanti, nel rossore del visino soave si leggeva la contentezza. Ah! quanto è bene che lei sia il fidanzato di Cristina! Essa mi ha tanto parlato di lei. E si sposeranno presto? ... devono sposarsi presto... penseremo insieme.

E non sapeva decidersi, e si crucciava con quelli di Torino che lo lasciavano in queste ambasce. Egoisti! Egoisti! Zitto! Qualcheduno sale le scale, qualcheduno s'inoltra nel corridoio, s'arresta all'uscio, picchia. Avanti! Varedo, pallidissimo, strappò dalle mani del telegrafista il dispaccio e lo aperse con dita tremanti.

Pietro Laner anche così solo, così lontano, chiuso fra le sue montagne, aveva sempre nelle orecchie gli urli della folla di Casalbara, aveva sempre dinanzi agli occhi la faccia livida, contraffatta del duca, le pupille fisse, terribili, le labbra gonfie, livide, tremanti di quel vecchio che lo aveva maledetto ingiuriandolo: Vigliacco!

Fanciullaggini, dite? E altri brontolano: «Vandalismi indecenti!...» Per conto mio, mi auguro di morire prima d'aver perduto le mie deliziose fanciullaggini e i miei cari vandalismi!... Io non sarò mai due vecchierelli tremanti, un vecchio cuore, un vecchio corpo incollati come due cani sotto le risate di quelle folli educande che sono le stelle!...

Ecco qui il sunto del discorso dell'onorevole, fatto da lui stesso, per telegrafarlo ai giornali. La modestia gli ha impedito di segnarvi i bravo! i bene! gli applausi... Oh, Signora! E questa volta, le presi una mano e la strinsi forte fra le mie tremanti di commozione. Sorrise, non la ritrasse, e continuò: Facciamo noi... cioè lei che se n'intende. L'onorevole si è rimesso a lei... Proprio, sa!

Le foglie, scosse da leggiero vento E per sottil pioviggin lagrimanti, Siccome colte da orribil spavento Si fecero tremanti. E dal bigiastro ciel, parlando ai fiori, Disse una voce: "Così vuole Iddio! "Voi dovete morire! Addio colori! "Olenti effluvii, addio!" E la Morte passava. Un'armonia Di indistinti sospiri e di lamenti Sorgea dovunque, ovunque la seguia Nei sentieri silenti.

Le vene turgide, pulsanti delle tempie, il viso rosso, gonfio, le labbra violacee, tremanti, il respiro affannoso, corto, esprimevano lo sforzo di una parola che egli voleva dire, ma che non gli riusciva dire, che rimaneva soffocata, strozzata in un rantolo....

Metilde lesse attentamente la lettera di suo padre, la trovò ragionevole e generosa; la passò a suo marito che la scorse in silenzio, ma colle mani tremanti dalla collera che lo strozzava, non ebbe la forza che di pronunziare poche parole, e interrotte:

E tornò a cercar nella mente una frase, una parola, che non fossero vili; ma non udendo più voce dal Salapolli, girò il capo verso di lui, e lo vide bianco, terreo, muto, col telegramma aperto nelle mani tremanti. Gli fu sopra d'un balzo, gli strappò il telegramma dal pugno. Cinque parole. «Nicla annegata. Vieni subito. Gigi».

Voi, Pietro, esclamò vivamente Cantasirena: Datemi degli spiccioli, della moneta! Non ho avuto tempo di passare dal mio amministratore. Il povero giovane si sentì venire i sudori freddi. Lasciò il mazzo sul tavolo e gli corse vicino, balbettando colle labbra pallide, tremanti e colle lacrime nella gola: Non ho più niente! Ho la padrona.... l'affitto, tutto da pagare, e non ho più niente!