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Avevano molte altre zecche contrafatto totalmente il conio di Francia, per non incontrare, con la differenza, difficoltá nello spenderli in Turchia; ma la zecca di Firenze volle batterle col vero impronto e nome del suo principe, solo intanto rassomigliando a quelle di Francia, in quanto da un lato avevano le francesi la testa del suo re coronata di corona francese, e queste la testa del granduca coronata della corona di Toscana; quelle dall'altro lato lo scudo di Francia con tre gigli, e queste un simile scudetto con la palla superiore di quelle de' Medici ornata di tre gigli; e le lettere intorno palesavano sinceramente il nome del principe.

In que' giorni ordinava il Granduca che a carico del suo erario fossero distribuite cinquecentosessanta doti, di scudi venti ciascuna, a favore di povere fanciulle. E ciò senza pregiudizio delle doti di Regia Data di cui si faceva collazione, secondo la formola adoperata, ogni anno nel mese di giugno, per San Giovanni.

Allo improvviso mi parve che le fibre e le vene del mio cervello, comunque finissime, venissero distese sopra un leuto che il Presidente presentava ridendo alla statua di bronzo di Cosimo I nella piazza del Granduca, e la statua atteggiata la destra in roncigli di bronzo strappare acerbissimamente queste mie povere fibre; piansi di angoscia, e rilevando disperato la faccia tornai a guardare il Presidente.

Intanto il Granduca che scappava dallo Stato da mezzogiorno ci voleva rientrare da tramontana; ma intendiamoci, da cotesto lato ei si partiva inerme, dall'altro si affacciava armato; di quì per sottrarsi alla legge, di l

Nel 1859 il bravo, l'infaticabile Malenchini si recò da Livorno a Firenze per spingere l'esercito toscano a quel pronunciamento che decise il Granduca a lasciar la Toscana. Peruzzi fe' parte del Governo provvisorio, il quale prese le redini dello Stato dopo il 29 aprile.

Il Granduca saluta serio serio, poi, alla frontiera, prendendo fiato e coraggio, risponde del medesimo tuono sardonico: A rivederci! Il bravo principe! Ah! non è mancato certo da lui se non ha tenuto parola dall'Imperatore dei Francesi forse!

I tempi intanto incalzavano e la reazione divampava. Il 6 aprile Catania dopo eroica difesa cadeva nelle mani sanguinarie del borbonico Filangeri; il 12 la reazione lorenese restaurava in Toscana il granduca; il 20 Filangeri era minaccioso alle porte di Palermo; finalmente il 21 aprile salpava da Tolone la spedizione francese per Roma.

Circa tre settimane dopo i fatti da noi narrati, Lucertolo si trovava una sera sulla Piazza del Granduca: oggi soltanto: Piazza della Signoria.

Il Granduca faceva il suo ingresso nella Capitale dalla Porta San Frediano in mezzo agli applausi più vivi e prolungati. Accanto al Principe sedeva nella carrozza la giovane sposa, allora sfavillante di bellezza, magnifica, e più che seducente nel rigoglio delle sue forme, la carnagione bianca come latte sul quale si fosse sfogliata una rosa, giovane e splendente Maest

«Il Granduca di Toscana, Principe Reale di Ungheria e di Boemia, Arciduca d'Austria, mio Signore, m'invia presso la Maest