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A calcoli fatti egli non doveva trovarsi a gran distanza da me, e al più tardi fra otto giorni io sperava di riabbraciare l'ottimo amico dell'infanzia. Le mie speranze non andarono fallite; cinque giorni dopo io riceveva da Livorno avviso del suo arrivo; e il domani egli era meco. Egli era meco.

All'epoca in cui trovasi il nostro racconto, cioè nel 1836, in Livorno più non parlavasi della signora Guglielmi e dei gi

La polizia non scoperse mai nulla. N.B. Nel dialogo fra Topo e Caicchia si è adoprata l per r e si son soppresse alcune lettere dell'alfabeto per dare un'idea della pronunzia dei Veneziani di Livorno ed in genere del basso popolo. Salvezza.

I libri ameni, meglio favoriti dal sesso gentile, venivano per la via di Genova e di Livorno, e più comunemente di Napoli. Le novelle e i romanzi inglesi e francesi, pessimamente tradotti, tenevano il campo conquistato dagli italiani.

Giovannina compresse un vivo moto di dispetto: la fanciulla non voleva confessare il suo segreto. Dimmi tu che cosa hai fatto, Giovannina domandò la fanciulla con molta bonomia. Sai, nulla di eccezionale, neppure quest'anno. Pei bagni, a Livorno. È bello Livorno? Stupendo, Maria. ... e allora?

Invece la cosa andò in ben altro modo. La stessa mattina del 25 ottobre che Garibaldi arrivò a Livorno, vi giunse pure il generale Carlo Zucchi, che, a proposta di Pellegrino Rossi, era stato eletto da Pio IX ministro delle armi. Proseguí esso il suo viaggio, e appena fu a Roma entrò subito in carica; quand'ecco che il 5 novembre il Papa lo chiama in tutta fretta e gli dice: «Sono accaduti in Bologna e in Ferrara gravi disordini. Ho deliberato di mandarvi col

Scorsi quei paesi, ti ridurrai a Livorno come luogo più acconcio a sapere di noi.

Livorno all'epoca da noi accennata non aveva risentito nulla quello sviluppo che maravigliosamente nel suo materiale ha conseguito di poi. Essa serbava ancora le sue medicee mura, di l

Il vento impetuosissimo, i marosi che in conseguenza di questo avevano raggiunto tutto ciò che può esservi di più orribile per il marinaro, l'albero maestro troncato costrinsero i nostri giovani amici a fermarsi a Vada, piccolo paese della Maremma, distante a dir molto mezza giornata di cammino da Livorno.

Il Generale promise il suo braccio. «Io acconsentiva contento»; lo confessa nelle Memorie, e soggiunge: «con settantadue de' vecchi e nuovi compagni, la maggior parte buoni ufficiali, c'imbarcammo a bordo d'un vapore francese a quella volta. Toccammo Livorno: io contavo di non sbarcare, ma saputo il nostro arrivo da quel popolo generoso ed esaltato, fu forza cambiar di proposito. Sbarcammo