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Dal ch’erano andati via i Gesuiti, i Domenicani erano restati quasi i primi a rappresentare la più soda cultura, essi nel sito dei quali era stato fiorentissimo lo Studio, protetto dal Magistrato del Comune. Per questo eran tenuti in alta estimazione. Ma i Domenicani non sapevano perdonare ai Francescani la immensa colonna alzata in onore della Concezione in mezzo della piazza della lor grande chiesa; colonna che ricordava un trionfo dei frati Conventuali, sostenitori arditi della verginit

Le carrozze son pronte! Partiamo! Meno male che marciamo en grands seigneurs. Di' piuttosto, come i malfattori che vanno alla Corte d'Assise... Eh!... loro ed i principi sono i soli che hanno diritto di avere una scorta! Gli estremi si toccano... E si rassomigliano! Si montò nelle carrozze e dopo un breve tratto di via ci fermammo: si sentì cigolare una porta... Eravamo giunti ai Domenicani.

Tanto lusso obbligava a spese, ed i frati Domenicani ed i padri dell’Oratorio di S. Filippo Neri le facevano per superarsi tra loro.

Per comando delle Eccellenze Vostre trasferitomi io Pietro Fortis, dragomanno pubblico, nel convento dei santi Giovanni e Paolo, dove si attrovano li padri domenicani venuti di Persia, nominati Maria di san Giovanni, e Antonio di san Nazaro, parlando in turco, ai quali dissi di aver le Eccellenze Vostre inteso il loro arrivo in questa citt

Galvano Fiamma, allora professore di teologia nei Domenicani a Sant'Eustorgio, poi capellano e cancelliere di Giovanni Visconti, nella sua Storia Milanese ci lasciò memoria come qui si contassero ben cento fabbriche d'armi, oltre i lavorieri subalterni di ferrareccia; in cui si occupavano da diecimila persone; se ne facevano, soggiunge egli, di lustranti come specchi, le quali spedivansi fino a' Tartari e Saracini.

La morte del Savonarola rese inconsolabili gli artisti, suoi adepti. Molti smisero di dipingere, tra i quali anche Baccio della Porta, che rinunziò al mondo in segno di cordoglio e prese nel 1500 la tonaca dei domenicani. Baccio, o Fra' Bartolomeo come si chiamò da allora, restò sei anni immerso nel dolore e non toccò i pennelli.

Dai padri domenicani in Europa spediti da monsignor reverendo arcivescovo di Naschirvan, ci sono state rese in questi giorni lettere di V. M. ricevute da noi con quel contento che può esser ben concepito dalla conoscenza della stima rispetto ed affettuosa osservanza professata sempre dalla Repubblica nostra alla sua serenissima casa, e continuata alla sua imperiale persona, secondo l'istituto dei maggiori nostri, dell'assunzione della quale al trono colle più cordiali espressioni dei nostri cuori, ce ne rallegriamo; come alla perdita della Maest

Il primo che d'Italia ci capitasse fu Bartolommeo Maturo, priore dei Domenicani di Cremona, che predicò le novit

Il convento dei domenicani in San Marco a Firenze, oltre ad avere un'importanza storica, ne ha una immensa dal lato artistico. Deve la prima al Savonarola, l'altra a due maestri esimî nella pittura, Angelico da Fiesole e Fra' Bartolomeo. La piazza sulla quale sorge il convento è ancor oggi, come ai tempi di Lorenzo de' Medici, uno dei ritrovi della vita artistica fiorentina, il terzo, dopo gli Uffizi ed il palazzo Pitti; col

Non era ordine religioso che non fosse più o meno largamente rappresentato in Sicilia; e dicendo Sicilia, vogliamo intendere Palermo, centro anche della vita ecclesiastica dell’Isola. Basiliani e Benedettini, Cappuccini ed Agostiniani, Domenicani e Minimi, Antoniniani ed Osservanti, Carmelitani e Nicolini aveano in citt