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Io non ammirava gran fatto il simbolismo complesso, i misteri gerarchici e la fede o piuttosto la mancanza di fede politica della Carboneria, come i fatti del 1820 e del 1821, da me studiati quanto meglio io poteva in quelli anni, me l'additavano. Ma io era allora impotente a tentare cosa alcuna di mio e mi s'affacciava una congrega d'uomini i quali, inferiori probabilmente al concetto, facevano ad ogni modo una cosa sola del pensiero e dell'azione e sfidando scomuniche e pene di morte, persistevano, distrutta una tela, a rifarne un'altra. E bastava perchè io mi sentissi debito di dar loro il mio nome e l'opera mia. Anch'oggi, canuto, credo che, dopo la virtù di guidare, la più alta sia quella di saper seguire: seguire, intendo, chi guida al bene. I giovani, troppo numerosi in Italia e altrove, che si tengono, per rispetto all'indipendenza dell'individuo, segregati da ogni moto collettivo d'associazione o di partito ordinato, sono generalmente quelli che più rapidamente e servilmente soggiacciono a ogni forza ordinata governativa. La riverenza all'Autorit

Tra quell'armeggiare letterario, io non dimenticavo lo scopo mio e andava guardandomi attorno a vedere s'io potessi trovare uomini capaci d'avventurarsi all'impresa. Serpeggiavano tra noi voci vaghe di Carboneria rinata, d'un lavoro segreto comune alla Francia, alla Spagna, all'Italia.

Allorquando il vecchio carbonaro seppe da' suoi compaesani la orribile istoria, mandò un ruggito, e afferrato un coltello, corse alla Chiesa per scannare il primo prete che gli si parasse dinanzi. Un amico, un correligionario di carboneria lo trattenne. L'ora della vendetta non è ancora suonata; fra breve, non uno, ma tutti! E il vecchio prigioniero di Civitacastellana raffrenò gli impeti della vendetta, nel desiderio di una vendetta più universale e più terribile. Si chiuse nella casa deserta, e sulla pietra del vecchio focolare aguzzò la lama del coltellaccio; e all'indomani venne in campo santo, per ripulire l'acciajo sulla croce della povera moglie. Quindi incamminossi a piedi fino a Bologna, onde tener d'occhio una cattiva bestia, ch'egli voleva accarezzare d'un colpo al primo squillo della rivoluzione. Ma la bestia, quand'egli giunse, si era gi

La Carboneria diretta in Francia da Buonarroti, Teste e, credo, Voyer d'Argenson, tentava naturalmente di stendere i suoi lavori in tutte le contrade: e accoglieva nelle sue file uomini d'ogni terra. Ma era Associazione cosmopolita nel senso filosofico della parola: non vedeva sulla terra che il genere umano e l'individuo; e individui, non altro, erano per essa i suoi membri. La Patria non aveva altare o bandiera nelle Vendite: il Polacco, il Tedesco, il Russo non erano, dopo iniziati, se non Carbonari. Figli idolatri della Rivoluzione Francese, quelli uomini non oltrepassavano le sue dottrine. Cercavano per l'uomo, per ogni uomo la conquista di ciò ch'essi chiamavano suoi diritti: diritti di libert

Queste riflessioni m'erano suggerite dall'esame dei tentativi e delle disfatte della Carboneria.

Non ricordo le date; ma poco dopo le tre Giornate di Francia, mi venne ingiunto di recarmi ad ora determinata al Lion Rouge, albergo esistente allora nella salita San Siro, dove avrei trovato un maggiore Cottin di Nizza o Savoja, il quale avea ricevuto, dicevano, il primo grado di Carboneria da Santa Rosa e invocava il secondo ch'io doveva conferirgli. Eravamo noi giovani maneggiati dai Capi a guisa di macchine e sarebbe tornato inutile chiedere perchè scegliessero me a quell'ufficio invece d'altri a cui fosse gi

Intanto, io andava esaurendo gli ultimi tentativi per cavare una scintilla di vita dalla Carboneria coi giovani amici lasciati in Genova. Ogni dieci giorni io riceveva, aperta s'intende e letta e scrutata dal Governatore di Genova a da quello della Fortezza, una lettera di mia madre e m'era concesso risponderle, pur ch'io scrivessi in presenza dell'Antonietti e gli consegnassi aperta la lettera.

Il prima della partenza e cito questo fatto perchè mostra per quali vie si trascinasse allora la Carboneria mi fu intimato di trovarmi a mezzanotte sul Ponte della Mercanzia. Vi trovai parecchi de' miei giovani affigliati convocati essi pure senza sapere il perchè. Dopo lungo aspettare, comparve il Doria; e lo seguivano due ignoti, ammantellati sino agli occhi e muti come due spettri.

La Carboneria traduco qui alcune pagine ch'io scrissi per gli Inglesi nel 1839, perchè compendiano lo idee che mi s'affaccendavano nella mente allora e mi determinarono a fondare la Giovine Italia la Carboneria m'appariva come una vasta associazione liberale, nel senso attribuito a quel vocabolo in Francia sotto la monarchia di Luigi XVIII e di Carlo X, efficace a diffondere lo spirito d'emancipazione, ma condannata dall'assenza d'una fede positiva, determinata a mancare di quella potente unit

In Civitacastellana la carboneria aveva cessato di esistere, ovvero, ciò che io credo più probabile, i fratelli, indovinando l'ultima ragione del saluto, non osavano rivelarsi. Ci convenne passar la notte all'albergo. Il giorno seguente, allo spuntare dell'alba, noi ci appigliammo all'unico partito possibile, e riprendemmo la nostra marcia pedestre per la via delle Sabine.