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Intanto i Valtellinesi non lasciavano cura per trovare rimedio efficace ai mali lungamente pazientati. Dal duca di Feria, nuovo governatore del milanese, e dal Gueffier ambasciadore francese ricevevano subdoli incentivi: trattarono colle Corti d'Austria e di Spagna, ma l'ambigua politica di questa niente lasciava trarre a riva.

Qual poteva essere il suo modello in questo genere pittoresco? quanti dei nostri pittori eccellenti che trattarono abilmente la penna sappero fondere così intimamente le due arti come il Bazzero? Il canto intitolato: Genova, comincia a pag. 217, con un'evocazione storica che tocca spesso a un'epica maest

Adunque mandò ambasciatori a papa Alessandro, che era stato alleato non capo della guerra: ma che doveva essere naturalmente, e tal fu ora de' negoziati; e che potrebbe in essi accusarsi d'aver derelitta la Societá lombarda, se non fosse che due doveri sono in qualunque papa, di capo della cristianitá e di principe italiano, e che quello è primo incontrastabilmente, e lo sforza a riaccettar nella Chiesa chiunque vi vuol rientrare, sia a pro o a danno d'Italia; se non fosse del resto, che non è un cenno, non un'ombra a mostrare che le cittá lombarde o niun italiano d'allora desiderasse l'indipendenza, desiderasse piú di ciò che al fine s'ottenne; se non fosse anzi, che parecchie delle cittá si staccarono dalla Societá comune, trattarono miserabilmente, separatamente, molto piú che il papa.

E niuna di queste aderí, e tutte trattarono piú o meno con Cristiano, arcivescovo di Magonza, cancelliere imperiale e capitano d'eserciti; ed Ancona sostenne uno stupendo assedio contra questo prete guerriero, ma s'accostò non alla Societá, all'imperator greco, e cosí ebbe contro di Venezia.

Bravo! sclama Gregorio stendendo la sua mano a Baccelardo, che la strinse ma non la baciò. E continuò: Io detti allora forte di sprone, ed il cavallo salta giù, coverti entrambi di pesanti armadure come eravamo. Da prima affondammo fino all'imo ambedue ed alcun poco vi rimanemmo. Ma poscia toccando di sprone novellamente, Licht si dimena, e risaliti in un baleno, e guadata la fossa, che dall'altra sponda era piena di acqua a fior di terra, fuggimmo per la vasta pianura. I balestrieri dell'imperatore avrebbero voluto tirarci su; egli nol permise. Solo ci sciolse dietro molti suoi uomini d'armi per righermirci. Infatti mentre noi correvamo così alla perduta ed avevamo quei bracchi alla coda, ecco spuntarci di fronte, al gomito della strada, uno squadrone di cavalieri del duca di Lorena. Sicchè chiusi in mezzo per tal modo dovemmo arrenderci. Quei cavalieri però ci trattarono co' maggiori riguardi, e ci condussero alla presenza del re. Egli, al vedermi, si alza da sedere. Fa anche di più, mi viene incontro e mi stende la mano cui io piegando a terra il ginocchio baciai. Ed e' mi disse: Messer Baccelardo, voi siete bravo ed animoso cavaliere. Le vostre ardite parole e la vostra audace opera ci son piaciute moltissimo, e perciò vi diamo licenza di ritornare ad Ildebrando, con nostre lettere, libero ed onorato. Togliete intanto questa catena di oro, questa spada, e questo pugnale in nostra memoria, ed abbiatevi la imperiale nostra parola che, come avremo aggiustate le cose dell'Alemagna, penseremo altresì ai vostri negozi col duca Guiscardo, che a noi non negher

Quando la contessa di Alleux e suo figlio vennero al castello di Muge, essi restarono abbarbagliati dallo splendore che Vitaliana aveva acquistato in sei mesi. La contessa di Alleux se ne compiacque. Adriano ne pianse di furto. Questa volta i due cugini si trattarono infinitamente con più riserbo. Non si abbracciarono più.

Nel 1787 fu uno dei deputati che trattarono innanzi alla Corte di Vienna la questione dei diritti valtellinesi contro i Grigioni, e fin d'allora cercò di collegare le sorti e gli interessi della Valtellina con quelli della Lombardia; e questo fine il Guicciardi raggiunse dieci anni di poi alla prima venuta dei francesi, poiché egli fu principal promotore dell'unione della Valtellina alla Cisalpina accaduta nel novembre 1797.