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Ma coloro che avevano guidata così vittoriosamente la congiura di Castiglia non erano meno accorti del re d'Aragona. Burgos accolse la comitiva trionfale, che da Laredo era venuta alle sue nobili mura; ammirò il bellissimo re, che magnifico in sella cavalcava al fianco di Giovanna, seduta con molta eleganza su d'una bianca chinéa; applaudì, gridò l'amor suo con tutte le frasi più calde; gittò alla coppia gentile dei suoi sovrani le prime rose della stagione; ma non vide salire fino alla Calle Alta il regale cortéo. Parve cortesia profumata il volersi fermare al palazzo di citt

Beatrice di Bovadilla fu ancora un giorno presso la regina, che era ritornata da una visita a Medina del Campo e alla tomba di sua madre. Sperava di persuaderla a visitare l'Almirante, o almeno ad occuparsi di lui, come ella aveva promesso; ma Giovanna, tutta al suo Filippo, non aveva tempo da ciò. Si era anche sempre in negoziati col Ximenes, per riamicare i giovani sovrani col re Ferdinando; l'amministrazione di Castiglia, per essere ancora in mano al Ximenes, poteva dirsi abbandonata da Ferdinando, più attaccato che mai alla sua preda. Così la Corte, scambio di scendere nella nuova Castiglia, ritornava a Burgos, capitale della vecchia. E la marchesa di Moya, non volendo per un verso allontanarsi dall'Almirante, seccandosi per l'altro delle strane gelosie di Giovanna, non accompagnò la regina a Burgos, lasciando volentieri ad altre dame di Castiglia gli onori e le noie di una illustre servitù. Per tenere i nuovi sovrani in guardia contro gli artifizi di Ferdinando c'erano i nobili castigliani, coi quali Beatrice di Bovadilla era andata fino a Laredo; per ottenere il riconoscimento dei diritti di don Cristoval e la sua reintegrazione nelle pristine dignit

Per allora, la nuova regina di Castiglia, senza darne avviso a nessuno, senza riconoscer reggenti volontarii, amministratori del regno, approdava a Laredo, per venire ad occupare il suo trono. E mentre l'accolgono a festa i cavalieri di tutta Castiglia, scodelliamo qui alcune notizie genealogiche di lei e dei suoi.

Perchè non andar loro incontro fino al porto di Laredo? Ah, no, fin laggiù: non lo avevano avvisato dell'arrivo, e l'andarli a cercare, ad aspettare all'approdo, sarebbe stato ufficio di vassallo che volesse farsi ricevere in grazia. A Burgos era in luogo decente, in condizione regale. Sarebbero venuti a lui; li avrebbe accolti con ogni dimostrazione di affetto paterno; e magari, prendendo norma dalle circostanze, avrebbe rimessa loro ogni autorit

La mattina del 7 maggio, dell'anno 1506, gli abitanti di Laredo, gran pescatori e salatori di pesce nel cospetto di Dio, ebbero il magno spettacolo d'una armatetta navale che s'accostava con buon vento al loro porto, forse il più vasto, ma per allora il più sabbioso di tutta la costa di Biscaglia. Essi non avevano da temere uno sbarco di nemici, poichè le navi battevano bandiera castigliana; e del resto, fin dalla sera innanzi, troppa gente li aveva avvertiti, accorrendo a Laredo; troppa più gente che non potesse albergare la piccola citt

Non lo so; disse Beatrice. Pare che le sia entrata nel cuore una avversione invincibile contro il padre del suo Fernando, anche prima che questi nascesse. Misteri della povera carne! Ed io non cercherò di approfondirli. Pure ho tentato di ricondurla alla ragione, quella donna ostinata; e tanti anni fa, ed ancora in questi ultimi tempi. Dio mi è testimone che ho fatto ogni mio potere per convincerla. Non trovandola io, ed essendo chiamata dal segnale dei fuochi d'allegrezza a Laredo, ho posto sulle sue tracce una fidata persona, che l'ha ritrovata finalmente a Granata, consegnandole una lettera mia. Frate Alessandro, un buon francescano, che era il mio messaggero, è tornato iersera da me, senza aver nulla ottenuto. Le ha parlato da religioso e da cavaliere ad un tempo, ma senza alcun frutto. Gli ha risposto che è contenta così, e che vuol vivere in pace. Ma forse io m'inganno, sulla avversione inesplicabile di lei. Se don Cristoval fosse in auge, parlerebbe ella ancora così? Certo, non amer

Un raggio di speranza lo aveva portato con la marchesa di Moya. Si era sentito rinascere all'annunzio che i nuovi sovrani di Castiglia sarebbero giunti a Laredo, togliendo al perfido Aragonese l'amministrazione del regno. Ma anche un animoso tentativo della generosa Beatrice di Bovadilla era andato a vuoto. Il prevosto delle carceri, pregato, minacciato da lei, aveva resistito a preghiere, a minacce; e donna Beatrice era partita per Burgos, promettendo molto al povero conte, animandolo a sperare da capo, ma neanche lei ben certa di promettere utilmente, di dargli speranze efficaci. E i giorni passavano, ed erano giorni d'angoscia terribile. Ferdinando era andato a Burgos, incontro ai nuovi sovrani. Accorto com'era, non avrebbe acquistato sovr'essi un ascendente che gi

Ahimè, sapevano ogni cosa, e non occorreva che aspettassero le nuove indagini di don Nicola Ovando! Sapevano ogni cosa, e il capitano Fiesco tremò tutto, dal capo alle piante. A Laredo! a Laredo!