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Tutto ciò incominciò a vedersi quando fu fatta finalmente l'elezione di Gregorio X ; uno de' papi, che seppe far meglio insieme i due uffici di pontefice e di principe, che adoprò i quattro anni del troppo breve pontificato a far paci dentro e fuori Italia, in tutta la cristianitá, per riunirla ad una nuova crociata.

L'Italia ne sarebbe da parecchi secoli, non la piú grande, non la primeggiante probabilmente, ma almeno la piú felice fra le nazioni del mondo; e casa d'Austria non avrebbe perduto il principato di Germania per proseguir sempre quel d'Italia, e non averlo tranquillo mai; e Germania, rimasta piú felice essa pure, e piú unita, avrebbe adempiuto meglio l'ufficio suo passato di difenditrice, adempirebbe meglio il suo presente o futuro di estenditrice della cristianitá, all'Oriente.

Spaventossene la cristianitá, ma non se ne mosse; non avea piú quel fior di zelo cristiano che avea mosse le crociate; non ancora quello zelo di civiltá che la muove, benché tanto discordemente epperciò lentamente, a' nostri . E giá fin d'allora lo zelo commerciale superava qualunque altro, faceva prendere i mezzi termini.

E vedremo poi nella etá ulteriore, dei comuni, sorgere un nuovo ufficio o destino nostro non meno evidente, non meno bello; quello di ravviare e riunire la cristianitá in una nuova civiltá e in una nuova coltura; e soffrir noi certamente e molto in questa grand'opera, ma compierla meno a pro nostro che d'altrui; e poter quindi rallegrarci ancora dei nostri stessi dolori, riusciti cosí utili nell'ordine universale.

Morto papa Onorio , fu eletto papa, e protetto da' Frangipani e gli altri nobili romani, Innocenzo II; ed antipapa Anacleto, un discendente d'ebrei e figlio di Pier Leone, che era stato prefetto imperiale e potente ne' turbamenti dei pontificati anteriori. Quindi a dividersi Roma, le cittá italiane l'una contro all'altra peggio che mai, la cristianitá.

Non si può con penna spiegare i gravissimi danni, che ha cagionato a' turchi l'aver admesso ne' loro paesi le monete di Francia da soldi cinque, dette in Turchia «temini», a prezzo maggiore la metá di quello che intrinsecamente valevano, perché l'industria de' mercanti francesi ed italiani ha saputo cosí ben valersi dell'occasione, che n'hanno in Turchia di cristianitá asportato quantitá incredibile di milioni, a pregiudizio di tutto il Levante.

Intanto ci pare dover qui accennare che, cessata la dimora de' papi in Francia e cosí la innatural soggezione loro alla corte francese, sottentrò dapprima il danno spiritualmente maggiore della divisione della cristianitá, il grande scisma occidentale; ma che, politicamente, all'Italia ferma nell'obbedienza al papa legittimo di Roma, fu minore assai lo stesso danno spirituale, e grande poi il vantaggio di riavere in la sedia di quella cosí intimamente, cosí inevitabilmente italiana potenza del papa; e fu vantaggio nuovo, quando, cessato lo scisma, si ordinò questa potenza; come furono l'ordinarsi, l'ampliarsi di altri Stati italiani, il diminuirsi lo sminuzzamento della penisola, il farsi italiane le compagnie.

Il cielo, il purgatorio, l'inferno erano sempre sempre presenti all'immaginazione degli studiosi, dei devoti, del popolo, di tutta insomma la cristianitá. Vedevano i credenti quegli oggetti cogli occhi della fede, ma pur sotto forme materiali; tanto i predicatori s'erano per mille modi ingegnati di proporzionarli al concepimento popolare. Venne Dante.

Cosí l'Italia ebbe da Dio quest'ufficio di centro della cristianitá: un ufficio, come tutti quelli di quaggiú, dotato di diritti e vantaggi, carico di doveri, che vedremo, nella storia seguente, perenni.

Fu nuova vergogna e danno alla cristianitá; danno poi particolare all'Italia, in cui saran sempre sogni le confederazioni immaginate in generale, senza scopo, senza occasione; in cui le occasioni sole posson condurre alle leghe temporarie, e queste sole, se mai, a qualche confederazione perenne; in cui dunque dovrebbesi prender come benefizio della Provvidenza qualunque occasione di far leghe, piccole, grosse, temporarie o durature.