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E non soltanto i generali erano incapaci di viaggiare dall'Italia, oltremare e viceversa. Nello stesso anno 1790 anche i colonnelli brigadieri Macedonia e Gazo si dovettero lasciare alle rispettive guarnigioni, stante la loro tarda vecchiezza.

Perciocché, vincitore dapprima, vinto poi a Cidna, ei fu preso e tratto in trionfo a Roma; e Macedonia ne rimase liberata, a modo di Grecia, sotto l'alleanza romana. E si continuò a guerreggiare in Ispagna, Liguria, Sardegna, Corsica, Istria ed Illirio; e si decideva a Roma delle successioni de' regni di Siria e di Egitto.

Ora, estese queste in tutta l'Italia propriamente detta, in Liguria, in quasi tutta Gallia cisalpina, quasi tutta Spagna, quasi tutto il lido africano, e in Asia e Grecia, Macedonia ed Illirio, si rallentano le conquiste e fervono le guerre civili piú e piú per tutto l'ultimo secolo della repubblica. La vinta Grecia vinse Roma coll'arti; l'Asia, col lusso e la corruzione.

Lo stesso narra Plutarco che succedesse a' tempi di Paolo Emilio in Roma, ove, appena ebbe egli portato dalla Macedonia soggiogata e da' tesori di Perseo suo re le copiose ricchezze adunate prima in quel regno, che i prezzi de' campi, e per conseguenza dell'altre cose, ascenderono al triplo di prima.

Intanto si perseguitano fin in Asia i nemici nazionali, i galli, che v'aveano spinta una migrazione; si ferma alleanza cioè preponderanza su Egitto; e si guerreggia e vince in Liguria e in Ispagna. Si contese di nuovo con Filippo, si guerreggiò con Perseo successore di lui, ed ultimo re di Macedonia.

Gli Oltremarini erano ordinati in 11 reggimenti contrassegnati dal nome del rispettivo comandante oppure da quello del circolo di reclutamento più cospicuo. Nel piedilista delsettembre 1776 quei corpi erano descritti come segue: Reggimento Bubich, Selich, Scutari, Sinj, Matutinovich, Craina, Minotto, Rado, Macedonia, Dandria e Bua.

Cicerone vi possedeva una villa. Egli ne fa menzione spesso nelle sue epistole, in una delle quali, scritta ad Attico appunto da Astura, è detto: «Est hic locus amoenus et in mari ipso, qui et Antio et Circaeis aspici possit». Abitava volentieri questa villa che più delle altre gli offriva quiete e riposo. Poco prima della sua morte venne qui ed Astura gli fu fatale. Vi si era rifugiato in primavera, non appena aveva saputo che sarebbe stato compreso nelle liste di proscrizione; Plutarco narra che si era qui imbarcato per fuggire in Macedonia, presso Bruto, ma che aveva poi cambiato idea ed era tornato a terra. Con l'intenzione di recarsi a Roma per cercare di commuovere Ottaviano, partì da Astura e prese la via della citt

L'una e l'altra, per mia , moneta molto grossa e di peso: se però non è equivoco nell'uno e nell'altro luogo; e quel nome di «buoi» in Omero non è piú tosto il nome delle monete istesse di Teseo, che de' buoi portavano l'impronta, come la pecora nelle romane effigiata dicessimo: onde le leggi imponessero la pena di tante pecore, volendo dire di tante monete coll'impronto della pecora; come oggidí si dicono «cavallotti» certe monete lombarde coll'impronto d'un cavallo, e con piú nobile uso sentiamo chiamar «luigi», «filippi», «carlini», «giuli», «paoli», «mocenighi», ecc., varie monete dal nome de' loro principi: costume che fu pur anco de' greci e degli asiatici, che «filippi» e «dari», dal nome di Filippo di Macedonia e di Dario re di Persia alcune monete nominarono.

Ma qui, se ci è lecita una digressione, vogliamo assumere gravitá anche noi, e rivolgerci proprio con un testo di Orazio a tal uno che ride del guazzabuglio di Giovanni Lorenzo. «E di che ridi tu? Se Giovanni Lorenzo ti presenta l'eroe di Macedonia sotto il nome di «infante don Alessandro», tu sghignazzi, e n'hai ragione.

[Nota 48: Orig. Zmeu. Forse non c'è cosa che piú sovente dei draghi s'incontri nei canti e nelle fiabe popolari rumeni; ai quali un guerriero, un uomo valoroso è un drago; drago un cavallo forte e veloce al corso. Anche ai Serbi, drago (Zmei) vale uomo fiero, prode, terribile: anzi, nella mitologia slava, col suddetto nome si designa spesso qualche iddio, per es., quello del fuoco. Draghi e dragonesse hanno i Bulgari, presso i quali mutansi talvolta in orsi in pesci ed in uomini. DOZON, Chansons popul. bulgares inedites, ediz. citata. Altrove occorrono in vece uomini trasformati in dragoni. DULAURIER, Les chants pop. de l'Arménie, in Revue des deux mondes, 1 avril 1852. In un canto (pesma) della Macedonia, Alessandro il grande è generato da un drago; ed anche un'antica favola greca, riferita da Luciano, lo disse nato da un serpente, come di un serpente fu, tanti secoli dopo, creduto prole l'albanese Giorgio Castriota. DOZON, Rapports sur une mission littéraire en Macedonie, Paris, 1873, p. 42. G. MASPERO (Contes pop. de l'Egypte ancienne, Paris, 1882, p. 42) fa menzione d'altro drago che parla veramente bene ed è signore d'un'isola incantata. Certa fiaba calmucca narra d'un drago ch'è una pasta di zucchero. Sono alquanto simili ai draghi le Koutchédras degli Albanesi, le quali hanno un po' dell'uomo ed un po' della bestia. Circa i draghi e le dragonesse delle fiabe e novelline pop. ital. e specialmente siciliane, vedasi la dotta prefaz. di G. PITR