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Io ero di accordo con lui; ma il Cavallotti si affrettava a dire, quasi balbettando: No, no! Chi sa?... Vediamo. E poi, è dovere nostro. Si leggevano altre due, tre, quattro pagine; il lavoro peggiorava. Il Panzacchi, impaziente, alzando le spalle, brontolava: Ma insomma, che dobbiamo più vedere? Non va. Smettiamo, passiamo a un altro. Io ero di accordo con lui.

Le polemiche del Cavallotti riescono però documenti importanti: permettono di riassumere i principii da cui scaturivano le sue opere, e d

Probabilmente, nella lirica Felice Cavallotti non lascer

La sera d'ogni prima rappresentazione il Cavallotti aveva la febbre; sembrava quasi stèsse per ammattire. A ogni impuntatura di attore, trasaliva, si agitava convulso, si arrampicava a una quinta, mandava fuori qualche moccolo, si versava intere catinelle di acqua fredda su la testa.

Io credo che il Cavallotti sia stato, tra gli autori drammatici italiani, colui che abbia ricavato un maggior compenso dai suoi lavori. Mi è stato detto che non si contentava dei decimi; richiedeva anticipazioni a fondo perduto, sicuro che le sue commedie e i sui drammi potevano contare su la benevolenza del pubblico. Non sar

Cavallotti e che l'occhio vigile del Generale Morra di Lavriano lascia allegramente passare mentre sequestra il discorso del Procuratore generale e i telegrammi commerciali con linguaggio convenzionale.

Alle parole del messaggiero di Battista Medici l'aspetto di Falco apparve animato da un sorriso di feroce gioia; il suo spirito guazzava anticipatamente nella strage: "Ah sian rese grazie al cielo, esclamò; ci siamo una volta! Che tutti i cavallotti che hai truffati in tua vita, o mio caro Daniello, ti possano ritornare duplicati nelle tasche senza farti paventare la corda o la ruota, per la buona novella che mi hai data! Si far

Tutto questo è ben osservato e ben detto, quantunque non si tratti di un fenomeno nuovo e speciale dei nostri tempi, tale da dover suscitare sdegno o meraviglia. Se non che il Cavallotti non sentiva il bisogno di quei tentativi, e neppure quello, meno lodevole, dei capricci di cui egli parla. E la ragione della sua tranquillit

Cavallotti su questa questione della prerogativa parlamentare provò che la giurisprudenza costante della Camera e il voto di due commissioni solenni quella del 1855 e l'altra del 1870 di cui facevano parte il senatore Cadorna, Valerio, Mancini, Biancheri, davano completa ragione all'on.

E non ci fu caso che l'esperienza di otto o nove scritti inducesse il Cavallotti a cedere, a non andare fino in fondo. Faceva di più: nelle ore pomeridiane tornava alla Minerva un'ora prima dell'ora fissata.