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L'Alcibiade, dopo la Sposa di Mènecle, è il lavoro del Cavallotti in cui si mostrano meglio certe sue qualit

Per la Lea, in un altro prologo a bastanza originale, che mette in scena parecchie macchiette di avventori del caffè del Teatro Manzoni di Milano una specialmente caratteristica, quella di Fulvio, ameno e onesto boème a cui tanti vogliono bene, autore di libretti melodrammatici, sempre in cerca di cinque franchi o di un francobollo che gli fa più comodo invece d'un sigaro che gli viene offerto il Cavallotti che ha profuso prologhi in azione o in versi, per la Lea dunque fa dire e dice: FULVIO.

Inoltre, era appena giunto il radicalismo italiano a discendere, con Bertani e Cavallotti, dalle altezze del rigido idealismo di Cattaneo e Mazzini e Bovio nella concreta realt

Cavallotti, Imbriani e mie nonchè rialzare il prestigio della magistratura lo hanno ormai come distrutto!

C'è un: Vanne! c'è un quel , e il ci resto che può indurre in equivoco, se Cimoto vuol restare suo parassita o restare per prender parte al sagrificio: piccoli nèi di forma che abbondano in tutti i lavori del Cavallotti e che più stonano qui dove la perfezione dello stile dovrebbe essere degna del soggetto greco.

L'ultima volta che il De Amicis parlò in pubblico fu il 20 marzo 1898, per pronunziare la commemorazione, pur essa qui stampata, di Felice Cavallotti, al teatro Nazionale di Torino; teatro popolare, riboccante quel giorno, ricordo bene, del popolo più misto che si potesse vedere, e che l'oratore sollevò tutto nel consenso e nell'ammirazione irresistibilmente.

"Si vede, signor Gabriele, gli disse, che questo è il paese dove si battono gli scudi e i cavallotti , e che qui tutti ne hanno a ribocco: ogni giorno par di fiera, tanta è la gente che vi viene a trafficare: i ricchi signori lasciano le altre terre per starsi in questa, che a guardarsi dintorno sembra un bosco di case; se Musso va aggrandendosi di tal passo, diventer

Essa e le note al dramma, spesso spesso eccessivamente prolisse, dimostrano con quanta cura coscienza il Cavallotti si sia preparato a scrivere il suo lavoro. Ma prima di parlarne particolarmente, mi piace ripetere, intorno alla tesi generale di queste interpretazioni artistiche di un fatto storico, quel che scrivevo sedici anni fa a proposito della Sposa di Mènecle.

Cavallotti, Rossi di Lodi e tanti altri generosi si trovavano in quelle file: essi avevano lasciato il Frapolli per essere in prima linea.

E al nostro arrivo, ci rileggeva qualche brano non mal riuscito, specialmente quelli dove lo studente aveva infilato una serie di belle frasi patriottiche. Peccato! Se fosse andato avanti così! Tu hai tempo da perdere! tuonava baritonalmente il Panzacchi, e rideva. Rideva anche lui, il Cavallotti, e poco dopo eravamo daccapo: Vediamo!... Chi sa?... Forse, avanti...