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Aggiornato: 9 maggio 2025


Gigi Barbano aveva ricevuto parecchie lettere anonime; Nicla lo aveva capito dall'insistenza di certune col francobollo di citt

Per vedere l'indirizzo, ho voluto rivedere quello suo dell'anno scorso: la busta è povera, c'è un francobollo meschino da due! Chi è questa fanciulla? Ti mando il mio biglietto: tardi: che dirai? Ti annoio? Se non mi rispondi col Tuo, siamo davvero separati dall'oblio.

Egli rimase in piedi, addossato alla parete, per leggere sotto la lampada. La lettera portava un francobollo inglese, con la stampiglia dell'ufficio di Londra; sulla busta, il nome e l'indirizzo di Rosanna, scritti con caratteri grandi, larghi, forti: la scrittura del marito, che egli riconobbe per averla vista sopra un'altra lettera odiosa: quella annunziante il suo ritorno. Il testo, in inglese, diceva: «Cara Rosanna, mia cara moglie, ti avverto che ripartirò per l'Italia lunedì prossimo e che arriverò a Milano martedì, col treno delle 7 e 55 del mattino. Come mi promettesti, ti aspetto laggiù per tornare insieme con te a casa nostra, dove passeremo gli ultimi giorni prima della cerimonia. Io sono pronto, e non dubito che anche tu abbia tutto preparato. Ho molto piacere che tu abbia scelto un paesetto del lago dove nessun indiscreto ci disturber

Ero arrivato a casa il 21 maggio, e algiugno non sapevo ancora niente di Violet: mi venne il dubbio che ella mi avesse scritto fermo in Posta, e corsi a sincerarmene. All'ufficio non trovai nulla, ma poi incontrai il postino del mio quartiere che mi porse una lettera col francobollo straniero. L'afferrai; era lei.

La lettera era sulla scrivania, sotto gli occhi della signora. La busta aperta metodicamente, vale a dire col taglio della stecca che aveva tagliato nettamente una delle piegature, come colui che non ha fretta di aprire. La busta era forte, poichè la lettera dentro era molto pesante. Il francobollo straniero: veniva da Montecarlo. L'indirizzo: alla signora Giovanna Jannaccone, ferma in posta, Napoli, un nome volgarissimo, era scritto con un carattere calligrafico, rotondo, tutto a ghirigori ed a fioriture di penna: il carattere di uno scrivano, di un segretario, di un indifferente. Dentro, la lettera era composta di varii foglietti: il primo era di elegante carta inglese, dal cui angolo a sinistra era stato strappato un pezzetto su cui vi era forse una cifra, forse uno stemma. Il secondo era un foglio di carta di albergo, con l'intestazione lacerata a met

Grazie! non fumo... Piuttosto, tanto da mostrarle il mio aggradimento, prenderò un francobollo. Annibale B.... è famoso pe' suoi lapsus linguæ. Un giorno, parlando della Sicilia, gli scappò detto: «quest'isola tempo fa era unita al continente, ma poi ne fu staccata in seguito ad uno spaventevole cataplasma

Per la Lea, in un altro prologo a bastanza originale, che mette in scena parecchie macchiette di avventori del caffè del Teatro Manzoni di Milano una specialmente caratteristica, quella di Fulvio, ameno e onesto boème a cui tanti vogliono bene, autore di libretti melodrammatici, sempre in cerca di cinque franchi o di un francobollo che gli fa più comodo invece d'un sigaro che gli viene offerto il Cavallotti che ha profuso prologhi in azione o in versi, per la Lea dunque fa dire e dice: FULVIO.

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