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Aggiornato: 13 maggio 2025
La lettera era sulla scrivania, sotto gli occhi della signora. La busta aperta metodicamente, vale a dire col taglio della stecca che aveva tagliato nettamente una delle piegature, come colui che non ha fretta di aprire. La busta era forte, poichè la lettera dentro era molto pesante. Il francobollo straniero: veniva da Montecarlo. L'indirizzo: alla signora Giovanna Jannaccone, ferma in posta, Napoli, un nome volgarissimo, era scritto con un carattere calligrafico, rotondo, tutto a ghirigori ed a fioriture di penna: il carattere di uno scrivano, di un segretario, di un indifferente. Dentro, la lettera era composta di varii foglietti: il primo era di elegante carta inglese, dal cui angolo a sinistra era stato strappato un pezzetto su cui vi era forse una cifra, forse uno stemma. Il secondo era un foglio di carta di albergo, con l'intestazione lacerata a met
Ed agitava l'aria su la culla con un ventaglio: poi premeva con un dito il mento del bambino per abbassargli il labbro, per aprirgli la bocca. La lingua, che era aderente al palato, si abbassava come una valvoletta; e io intravedevo i fili del muco che si distendevano tra il palato e la lingua, la materia biancastra accumulata nel fondo. Un moto convulso rialzava verso il viso quelle piccole piccole mani divenute violette specialmente nella palma, nelle piegature delle falangi, nelle unghie; quelle mani gi
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