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Sicchè era sempre attorno or per una cosa, or per un'altra, e un po' di riposo l'aveva solo la sera, quando, messa a letto la nipotina e fattala addormentare con una fiaba, andava a sedersi vicino al tavolino dove il fratello faceva invariabilmente la solita partita a scovertino con padre don Giuseppe. Nella stanza regnava il silenzio rotto solo dalla voce monotona de' giuocatori: Coppe. A lei.

Diamo ora una rapidissima occhiata a questo secolo di lotte, nel cui mezzo viene a cadere il curioso tentativo di Giuliano. Non è a credere che nella condotta di Costantino verso il Cristianesimo, condotta che, iniziatasi col famoso editto di tolleranza, datato da Milano, nel 313, ed emanato da lui e dal collega Licinio, riuscì poi, a poco a poco, alla costituzione di una Chiesa di Stato, fosse neppur l’ombra del sentimento religioso. Certo, era una fiaba quella che correva, fra i pagani, molti anni dopo la morte di Costantino, cioè, che costui si fosse piegato al Cristianesimo, perchè assicurato che la nuova religione aveva il potere di lavar via ogni colpa, così che anche gli uomini più scellerati, se si convertivano ad esso, diventavano immediatamente puri¹⁵⁸. E Costantino doveva purgarsi dei più orrendi delitti domestici, l’uccisione del figlio Crispo e della moglie Fausta. Sozomene osserva giustamente che quegli atroci delitti furono perpetrati da Costantino, alcuni anni dopo aver abbracciato il Cristianesimo, e, pertanto, non è possibile vedere in essi il movente dell’atteggiamento preso da Costantino verso la religione fino allora perseguitata¹⁵⁹. Curiosa e sintomatica cosa che Sozomene altri degli scrittori ecclesiastici trovi in tale circostanza una ragione per dubitare della seriet

Mi diede notizie curiosissime intorno al furore di pulizia per cui il villaggio di Broek è famoso in Olanda. Non è lungo tempo che all'entrata del villaggio si leggeva un'iscrizione concepita in questi termini: Prima o dopo il tramonto del sole nessuno può fumare nel villaggio di Broek, se non con una pipa munita di coperchio (perchè non si spanda la cenere), e quando si attraversa il villaggio con un cavallo, è proibito di stare in sella, e bisogna condurlo a piedi. Era pure proibito di attraversare il villaggio in carrozza, o con pecore o vacche, o qualunque altro animale che potesse insudiciare le strade; e benchè non sussista più questa proibizione, i carri e gli animali girano ancora intorno a Broek, per effetto dell'usanza antica. Dinanzi a tutte le case c'erano, e se ne vede ancora qualcuna, delle sputacchiere di pietra, nelle quali sputavano i fumatori dalle finestre. L'uso di stare in casa coi piedi scalzi è ancora in pieno vigore, così che dinanzi a tutte le porte si vedono scarpe, stivaletti e zoccoli ammonticchiati. È una fiaba quello che si racconta di sommosse popolari accadute a Broek contro stranieri che sparsero per la strada dei noccioli di ciliegia; ma è vero che ogni cittadino il quale veda cadere una foglia o una festuca portata dal vento dinanzi alla sua casa, la va a raccattare e la butta nel canale. Che poi si vadano a spolverare le scarpe a cinquecento passi fuor del villaggio, che ci sian dei ragazzi pagati per soffiare quattro volte all'ora fra i mattoni della strada, e che in certe case si portino gli ospiti a braccia perchè non insudicino il pavimento, son cose che si raccontano, mi disse quella buona donna, ma che probabilmente non si fecero mai. Però prima di lasciarmi uscire, mi raccontò un aneddoto che, se fosse vero, farebbe quasi credere possibili quelle stravaganze. Nei tempi andati, mi disse, la manía della pulizia era arrivata a tal segno, che le donne di Broek trascuravano, per strofinare e lavare, persino i loro doveri religiosi. Il Pastore del villaggio, dopo aver tentato inutilmente tutte le vie della persuasione per far cessare quello scandalo, prese un altro partito. Fece una gran predica nella quale disse che ogni donna olandese la quale avesse compiuto fedelmente i suoi doveri verso Dio nella vita terrena, avrebbe trovato nel mondo di l

Convinto che la forma è tutto, o quasi, in un'opera d'arte, mi sono ingegnato di dare alla fiaba, alla novellina per bambini, alla novella psicologica o paesana, al racconto e al romanzo la loro natural forma, ora ingenua, ora semplice, ora un po' più complicata; e dicendo forma non intendo parlare soltanto della lingua e dello stile, ma anche dell'intimo organismo di ciascuna opera d'arte.

Non ho mai pensato che o una fiaba o una novellina per bambini potesse essere cosa diversa da una novella, diciamo, psicologica o pure di soggetto paesano, o da un racconto di larghe proporzioni o da un romanzo.

Quando il soggetto di una novella, di un romanzo, di una fiaba mi ha attirato, io non mi sono mai chiesto se esso era naturalista, verista, idealista o simbolista; ho badato soltanto a dargli la forma più schietta e più conveniente ad esso; se io sia riuscito o no è un'altra quistione. Mia intenzione era unicamente fare opera d'arte.

Il paragone di Baccio non mi sembrò punto strano: il suo racconto in cui altri più positivo di me non avrebbe visto che una fiaba grossolana, mi interessava grandemente. Lo ascoltai come la più seria cosa del mondo. Egli era certo in buona fede. Eravamo in sacristia dove don Luigi ci aveva lasciati soli per entrare in chiesa a parare l'altare per la benedizione. Il sacrestano mi fece la sua confidenza agitando il turibolo a ravvivarne le brace. Il barlume del crepuscolo cadeva dall'alte e strette finestrello su certi visi pallidi di madonne e di sante; il bisbiglio sommesso dei devoti che entravano in chiesa, certi echi profondi, un acuto profumo d'incenso, la maest