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Un operaio, maritato da dieci o dodici anni, non aveva figliuoli. I due coniugi ne desideravano uno: diventavano vecchi, e si sentivano soli. Nel 1818 si decisero dunque ad adottare un figliuolo della Madonna. Fortunella avrebbe voluto una ragazza, Giovanni volle un garzoncello. Ne scelsero uno dell'et

E di mano in mano che andava innanzi nella lettura, la sua impazienza cresceva, e i suoi commenti diventavano più acri. Bardelli è un imbecille. Si lagna perch'io non son voluto entrare nella Commissione di concorso, come se entrandoci avessi il mandato imperativo di votare in suo favore. Non questo interpose Diana. Conoscendolo a fondo, avresti potuto illuminare i tuoi colleghi.

Non averla più , sola sola, nel suo salotto; così vivace e così bella quando era allegra; così cara, ingenua e appassionata quando abbassava il capo vergognosa, quando i suoi occhi diventavano mesti, timorosi, pieni di lacrime. Non vederla più! Chiss

Ah! che piacere! Le parole che Giusto si proponeva di dire alla poveretta perchè non si lasciasse prendere da quel bruto, diventavano inutili. Ma tanto volle affermare brevemente il proprio pensiero incrollabile: Per ora mio cugino è soltanto un monello; più tardi diventer

È troppo tardi!.. il termine fissato da ogni convenienza è trascorso, il processo verbale è redatto e firmato in pieno ordine, l'ho aspettato abbastanza l'avversario, il tempo utile per ogni reclamo è trascorso, gravi occupazioni umanitarie reclamano le mie cure, e non posso devo trascurare i doveri del mio stato per secondare un capriccio.... e si agitava furiosamente, guardando di sbieco i maccheroni, che svaporavano e diventavano freddi.

Così nude e crude, queste affermazioni sembrano assurde; ma, svolte dalla sua parola dotta, feconda, quasi poetica, diventavano d'una chiarezza, e d'una efficacia irresistibile. Senza il concorso del maschio? feci io quella sera, non afferrando bene il suo concetto.

Man mano che si avanzavano gli squilli di tromba e il rullo dei tamburi diventavano più sonori. Talvolta s'udivano nitriti di cavalli, voci confuse di uomini e muggiti di buoi, che il vento portava. Cominciava ad albeggiare quando essi giungevano agli avamposti. Il campo era in piena rivoluzione ed interamente mutato.

Ma dopo fu sempre così nei romanzi di Paolo Spada: le sue protagoniste belle, buone, cattive, umane, simpatiche durante tutto il romanzo, alla fine diventavano triviali e ridicole. Colei che si suicidava, non sapeva suicidarsi abbastanza bene per morirne; quella che era distrutta da una tisi al terzo grado, trovava una medicina miracolosa che la salvava, e sposava il medico; quella che era presa dalla meningite, faceva una cura violenta di chinino e si guariva; quella che per un amor tradito era ridotta all'ultima disperazione ed al desiderio della morte, si consolava senza una ragiono al mondo, borghesemente. Qualcuna poi, come nelle prime novelle, scompariva improvvisamente e non se ne aveva più notizia. Così un intiero e spasimante dramma psicologico si risolveva in un matrimonio ed in una scampagnata. Così tutta l'opera d'arte era guastata, rovinata da quella fine illogica, assurda, borghese. Così quel tratto finale in cui tutta la valentìa dell'artista era perduta, perdeva il libro. Fu detto di lui che era debole, che il suo ingegno aveva dei lucidi intervalli, con alternative di tenebra. Fu detto di lui che sapeva cominciare i suoi libri, ma non finirli. La leggenda rimase. E la reputazione di romanziere di Paolo Spada si smarrì fra le infinite mediocrit

Le signore Kyllea erano arrivate nel pomeriggio del giovedì, e il Sindaco si era creduto in dovere di farsi trovare davanti al cancello per dar loro il saluto del paese di cui diventavano, più che ospiti, cittadine, e presentar loro tre bei mazzi di fiori. Si era fatto accompagnare da un Assessore e dal dottor Medulla, che aveva suggerito il galante pensiero di quei mazzi.

Ma queste sue lezioni diventavano di giorno in giorno più faticose; non per quello che m’insegnava, ma per la sua presenza, per quel che v’era d’innaturale, di assorto, quasi di temibile in lui. Veniva la mattina, quand’ero da poco levata. I miei capelli brillavano; io lo sentivo; le mie mani profumate, se per caso toccavano la sua veste, vi lasciavano, come ali di farfalla, un po’ di cipria.