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Il sa Teseo e Iasone e chi turbò a Latin l'antiquo regno; sallo ch'incontra il frate Absalone per Tamar trasse a sanguinoso sdegno; ed altri ed altre: che sono infiniti, che lasciato han chi moglie e chi mariti.

Con l'unghie si fendea ciascuna il petto; battiensi a palme, e gridavan si` alto, ch'i' mi strinsi al poeta per sospetto. <<Vegna Medusa: si` 'l farem di smalto>>, dicevan tutte riguardando in giuso; <<mal non vengiammo in Teseo l'assalto>>. <<Volgiti 'n dietro e tien lo viso chiuso; che' se 'l Gorgon si mostra e tu 'l vedessi, nulla sarebbe di tornar mai suso>>.

«Ricordivi», dicea, «d’i maladetti nei nuvoli formati, che, satolli, Tesëo combatter co’ doppi petti; e de li Ebrei ch’al ber si mostrar molli, per che no i volle Gedeon compagni, quando inver’ Madïan discese i colli». accostati a l’un d’i due vivagni passammo, udendo colpe de la gola seguite gi

Si` tra le frasche non so chi diceva; per che Virgilio e Stazio e io, ristretti, oltre andavam dal lato che si leva. <<Ricordivi>>, dicea, <<d'i maladetti nei nuvoli formati, che, satolli, Teseo combatter co' doppi petti; e de li Ebrei ch'al ber si mostrar molli, per che no i volle Gedeon compagni, quando inver' Madian discese i colli>>.

Onde figurativamente le dette furie per paura di non essere corrette, ond'elle perdan posseditori per correzione d'alcuno virtudioso, così chiamandolo dicono incontro al presente autore, acciò che voglioso del peccato diventi, si che in ciò più non proceda, rinproverandosi per lui l'assalto che fece Teseo a' vizij infernali, si come per ....., favoleggiando, si contiene, del qual non fecer vendetta, che altri non si fosse più messo in simigliante cammino.

Per lo ricalcitrare che qui di diavoli si contiene, cioè degli affetti maliziosi alla beatitudine delle vertù, cioè dell'autore, il sopradetto messo celestiale contro a loro così ne ragiona, rammentando quello che per Teseo alcuna volta fu fatto loro, specialmente al demonio Cerbero, si come di sopra nella sua chiosa si conta.

Con l'unghie si fendea ciascuna il petto; battiensi a palme, e gridavan si` alto, ch'i' mi strinsi al poeta per sospetto. <<Vegna Medusa: si` 'l farem di smalto>>, dicevan tutte riguardando in giuso; <<mal non vengiammo in Teseo l'assalto>>. <<Volgiti 'n dietro e tien lo viso chiuso; che' se 'l Gorgon si mostra e tu 'l vedessi, nulla sarebbe di tornar mai suso>>.

Con l’unghie si fendea ciascuna il petto; battiensi a palme e gridavan alto, ch’i’ mi strinsi al poeta per sospetto. «Vegna Medusa: ’l farem di smalto», dicevan tutte riguardando in giuso; «mal non vengiammo in Tesëo l’assalto». «Volgiti ’n dietro e tien lo viso chiuso; ché se ’l Gorgón si mostra e tu ’l vedessi, nulla sarebbe di tornar mai suso».

Ma, dopo Teseo erano bensí corsi piú secoli, quando Licurgo proibí ogni altra moneta agli spartani, fuorché di ferro ben pesante, acciò, con l'incomodo di contrattare, mancassero i disideri e fosse posto freno al lusso.

E lasciata la marchesana del Carretto in custodia a due uomini, corse colla sua gente dall'altra parte del castello, donde gli era giunto all'orecchio il fragor della pugna. Qui si racconta delle valentie di due sozi, i quali non erano Teseo a Piritoo.