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Senza una rivoluzione nelle forme classiche delle rivoluzioni siciliane, il Vicerè Fogliani doveva abbandonare per sempre la Capitale e, come can battuto, andarsi ad imbarcare per Napoli. Le Maestranze lo scossero dalle fondamenta solide di 12 anni, lo mandaron via e, da Porta Nuova a Porta Felice, gli protessero la vita dalla folla schiamazzante¹⁶⁰.

Per poter far questo essi sono troppo lontani da lui, troppo estranei alla sua vita. Altrettanto e peggio si deve affermare del modo di giudicare delle classi dirigenti siciliane rispetto ai bisogni dei lavoratori e a' rimedi contro le ingiustizie alle quali soggiacciono.

Di questa le ragazze si servono per accompagnare, con la delicatezza che è propria di siffatto strumento, brevi canzonette popolari siciliane, il cui contenuto scherzevolmente amoroso non cede in acutezza ed in arguzia al tedesco.

Con questo non intendo dire che manchino affatto notizie e raffronti con usi e costumi contadineschi di altre provincie siciliane; mi permetto soltanto di osservare che non mi paiono sufficienti.

Evidentemente, in tutte queste mutazioni non è ombra di colpe popolari; son tutte colpe di principi, d'intiere dinastie, che alcune non seppero, altre non si curaron nemmeno di diventar siciliane, napoletane, o, per dir piú e meglio, italiane. Non s'inganni forse taluno per troppa erudizione.

Marcia che, senza la cooperazione di quei magnifici picciotti delle squadre siciliane, sarebbe stato impossibile di eseguire, o almeno di trasportare i pochi cannoni nostri e le munizioni.

Mi riporterò invece alle diverse fasi del brigantaggio ed alle altre esplosioni dell'odio di classe, che hanno preceduto le siciliane e che riconoscono cause perfettamente identiche. Furono i Fasci e la propaganda socialista, che li determinarono?

Fin quell’uomo mite del Marchese Villabianca deplorava questo stato di cose, che tornava «a molto discapito della popolazione». Quando nel 1779, sulla politica del Tanucci, il Sovrano, «stante il continuo, smisurato moltiplicarsi di frati mendicanti di S. Francesco», ordinava per dieci anni la chiusura dei noviziati e fissava per le province siciliane il numero dei Cappuccini in 900, degli Osservanti in 450, e dei Riformati in altri 450, lo stesso nobiluomo compiacevasi che S. M. volesse «uomini utili allo Stato pel maneggio delle armi e per la coltura di campi»¹⁴⁶. men severo in siffatti giudizî era nella sua malandata vecchiaia.

Le Costituzioni siciliane però offrivano la guarentigia di un tribunale d’appello al religioso che si credesse ingiustamente castigato: vogliam dire il Giudice della R. Monarchia, che ordinariamente era un alto prelato, e, perchè rappresentante del Governo, indipendente. A questo Giudice il povero bersagliato richiedeva fremente e fiducioso una riparazione, che allo spesso otteneva completa: la revoca d’un’obbedienza che eccedesse i limiti dell’ordinario e prendesse carattere di punizione immeritata anche in rapporto alla salute del frate. Era l’autorit

Ora io vorrei che parecchi studiosi delle diverse provincie siciliane prendessero in mano, come autorevole testo, il libro di lui, e lo arricchissero di aggiunte, di riscontri, di confronti, di note. Leggendo, e col semplice aiuto del lontano ricordo, io ho potuto notare parecchi usi e costumi viventi ancora in una provincia, e morti, o non mai esistiti in un'altra.