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E vedi anco , col forzieri, el facchino; el quale si pensa portare preziosa mercanzia e non sa che ella è la piú vile che in questa terra sia. Nessuno vuol le veste? no? Addio, dunque, spettatori. Andrò a congiungere il castron con la troia. Restate in pace. MERETRICE, FESSENIO, FACCHINO, SBIRRI di dogana, CALANDRO. MERETRICE. Eccomi, Fessenio. Andianne.

Non mi tentano i muri ove t’incarceri, la coltre che m’offri, ampia e purpurea; porto nel mio mantello un regal bene che in suoi forzieri il tuo signor non tiene. Vuoi tu goder di questo bene?... Lascia orzo e frumento nella madia, e l’olio nell’orcio, e il vino nelle coppe chiare, e i frutti all’orto, e il ceppo sull’alare.

Una bella fanciulla sui vent'anni apparve dal vano di un uscio; bianco dorata la carnagione, i capegli neri e ricciuti, gli occhi grandi, profondi ed accesi della sua schiatta. Noemi aiutò il babbo a sciorinar biancheria, aprendo a sua volta forzieri e ceste. Juana scelse tutto ciò che poteva convenirle. E gi

Guizzai dal cocchio a guardia de' forzieri, e cominciai con la spada a ferire; dieci n'uccisi, e il resto impauriti per timore o fortuna son fuggiti. Lo staffier sol rimase che vedete, e d'un altro staffiere il caval stracco. Dissi: Dall'una parte tirerete; questo rozzon dall'altra, ch'io v'attacco. E giunsi qui come veder potete, che ancor mi fo la croce per quel fiacco.

Egli vi faceva grandissimi affari: si occupava del commercio marittimo: imprendeva esportazioni, a quel tempo, da nessun altro tentate. L'oro riempiva i suoi forzieri: gli si attribuivano ricchezze favolose. L'aristocrazia napoletana lo avea accolto benissimo: e, a poco a poco, egli n'era divenuto quasi il beniamino.

Ma non poté la nimica fortuna al piacer di Dio contrastare. Avvenne adunque che alcun parente di lui, cercando per alcuna scrittura in forzieri, che in luoghi sacri erano stati fuggiti nel tempo che tumultuosamente la ingrata e disordinata plebe gli era, piú vaga di preda che di giusta vendetta, corsa alla casa, trovò un quadernuccio, nel quale scritti erano li predetti sette canti.

La gente sempre accorreva e inondava: parea ch'ella volesse il ciel sconfondere. Filinor lo staffiere confortava, dicendogli: Su via, non ti confondere, sciogli i forzieri; e diceva alle genti: Or bene: io son colui dagli accidenti. Le sventure, signor, sempre son pronte. Che maraviglie! Ringraziate Dio ch'elle non vi son tocche. In piano e in monte e in mar siam mal sicuri, al parer mio.

È in ordine il forzieri? FESSENIO. Tutto. E vi starai drento sanza snodarti pure un capello, pur che bene vi ti acconci drento. CALANDRO. Meglio del mondo! Ma dimmi una cosa ch'io non so. FESSENIO. Che? CALANDRO. Arò io a stare nel forziero desto o adormentato? FESSENIO. Oh salatissimo quesito! Come desto o adormentato?

Ah! quanto a ciò non dartene pensiero; le scrivanie ed i forzieri dei ricchi stanno nelle nostre mani, e noi abbiamo in tasca le chiavi di tutti quanti gli stipi, cioè è in nostra mano farli forzare a piacimento. Ed il tuo? disse il Bruto in tuono beffardo. Oh! quanto a ciò, rispose il signor Basilio collo stesso tono, è un'altra faccenda; in casa dei ladri non ci si ruba.

In quel porto improvvisato, i pesci guizzavano tra le carene, col lampeggio d'oro e argento che riempie i forzieri dei mercanti. L'oasi non si commosse. Allora il Mare mostrò la sua magnetizzante moneta d'oro: il Sole. Ma l'oasi rifiutò il sole, e preferì morire sotto la sua coltre di sabbie monotone. Ruggito di leone vicinissimo mediante un Ululatore. scattando. Bagamoio! Bagamoio! Sono qui.