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Venuto così in sugli ultimi di quel luglio, tornava una sera per chiudersi a studiare e prepararsi all'esame; e sulla porta della casa dove abitava, trovò uno staffiere che teneva pronto un cavallo bellissimo, vigoroso, sellato, come in attesa di chi v'avesse a montar su, per qualche viaggio non corto.

Intanto giungevano le carrozze stemmate, e, mandando un po' indietro la calca dei curiosi, si fermavano dinanzi al portone. Lo staffiere saltava giù da cassetto, apriva lo sportello, e, col cappello gallonato in mano, distendeva i gradini ripiegati dello smontatoio.

Guizzai dal cocchio a guardia de' forzieri, e cominciai con la spada a ferire; dieci n'uccisi, e il resto impauriti per timore o fortuna son fuggiti. Lo staffier sol rimase che vedete, e d'un altro staffiere il caval stracco. Dissi: Dall'una parte tirerete; questo rozzon dall'altra, ch'io v'attacco. E giunsi qui come veder potete, che ancor mi fo la croce per quel fiacco.

Grati noi per altro al paciere torinese pel lodo od arbitrato con cui trasse a fine le discordie letterarie, lo preghiamo di accettare, secondo che si usa in tali casi, come pagamento della sentenza, o, se piú gli piace, come regalo, senza obbligo di sborsare mancia veruna allo staffiere che glielo presenta in nome nostro, le quattro seguenti notizie letterarie, delle quali, quantunque vecchiette, abbiamo veduto nella Romanticomachia essere egli ignaro affatto.

Oh! come è bello! sclamò il duca, guardando il viso di Bianca, e per conseguenza volgendo le spalle alle cascate. Bianca partì in uno scroscio di riso e disse: Piede a terra, allora, mastro Alain. Lo staffiere prese i cavalli. La principessa si appoggiò al braccio del duca, e cominciò a discendere il burrone. Aprite dunque il vostro paracqua diss'ella; noi andiamo...

La gente sempre accorreva e inondava: parea ch'ella volesse il ciel sconfondere. Filinor lo staffiere confortava, dicendogli: Su via, non ti confondere, sciogli i forzieri; e diceva alle genti: Or bene: io son colui dagli accidenti. Le sventure, signor, sempre son pronte. Che maraviglie! Ringraziate Dio ch'elle non vi son tocche. In piano e in monte e in mar siam mal sicuri, al parer mio.

È fama, che Federigo, nello eseguire queste cerimonie, sbagliasse staffa; la qual cosa essendogli fatta osservare da certo famigliare del Papa, rispondesse: ch'egli non aveva mai fatto lo staffiere, volendo con questo mordere la bassa nascita di Papa Adriano; come se non fosse maggior gloria di piccolo farsi potente; che nato grande mantenersi in grandezza.

Napoleone I era vestito con una vecchia livrea di staffiere e un paio di mutande incartocciate in un magnifico par di stivali di cartone abilmente coperti di raso nero. Il grande imperatore teneva costantemente la mano destra infilata nel panciotto e in fondo alla schiena la mano sinistra, che stringeva un cannocchiale; un bel cannocchiale da campo che restava sempre a quel punto retrospettivo, per quanto durava l'azione, come se Napoleone I, al pari di Giano, avesse avuto la straordinaria facolt

Allo spettacolo d'una peregrina e delicata bellezza noi restammo sospesi in atto. Io dimandai all'oste in quali acque avess'egli pescata la rarissima perla. E costui con visibile emozione: Sua madre era una gentildonna. Io nacqui in casa di lei e vi crebbi staffiere. Pare che fossi piuttosto belloccio. Fatto sta che l'amai e che ella mi amò. Fuggimmo.

Lo staffiere pensando alle spalle riquadre, al corpo snello, alle gambe di ferro del giovane; tornò a casa la marchesa, a dirle che questi era partito come un razzo; e la gentildonna, ringraziò il cielo, e pregò che Dio tenesse la sua santa mano sul capo a Giuliano, per tutta la via.