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Fu per lui un momento d'immenso sollievo; la speranza, la meretrice dell'anima, illuminò il suo volto che era divenuto a poco a poco emaciato, e senza pensarci sopra più che tanto, s'avviò. "Chiss

54 Cerca far morir lei, che morir merta, e serva a più tuo onor tu la tua morte. Fu d'amar lei, quando non t'era aperta la fraude sua: or è da odiar ben forte, poi che con gli occhi tuoi tu vedi certa, quanto sia meretrice, e di che sorte. Serbi quest'arme che volti in te stesso, a far dinanzi al re tal fallo espresso.

MERETRICE. Lassa pur governallo a me. FESSENIO. Fa' che, sopra tutto, tu ti ricordi, nota, di chiamarti Santilla e di tutte l'altre cose che io t'ho detto. MERETRICE. Non mancherò d'un pelo. FESSENIO. Altrimenti non aresti un baghero. MERETRICE. Tutto farò benissimo. Ma oh! oh! oh! Che voglian questi sbirri dal facchino? FESSENIO. Oimè! Salda, cheta! Ascolta. SBIRRI. Di' : che è qui drento?

Io son colui che tenni ambo le chiavi del cor di Federigo, e che le volsi, serrando e diserrando, soavi, che dal secreto suo quasi ogn’ uom tolsi; fede portai al glorïoso offizio, tanto ch’i’ ne perde’ li sonni e ’ polsi. La meretrice che mai da l’ospizio di Cesare non torse li occhi putti, morte comune e de le corti vizio,

58 Or questa meretrice, che si pensa quanto a quest'altro suo poco sia grata, muta la fiamma gi

Io m'inchino davanti alla grande metropoli del mondo, davanti..... alla grandissima meretrice! Panteon delle maggiori grandezze umane, ed oggi fatta lupanare d'ogni schiuma di ribaldi dell'universo. E tale doveva esser la sorte dell'orbe! Calpestando sotto i suoi piedi d'acciaio le nazioni, e dalle nazioni precipitata all'ultimo grado della scala umana.

Tu, meretrice fracida di prostituzione, ogni giorno vai a inginocchiarti ai piedi d'uno di questi assassini de' tuoi figli!!! ! Montaldi, Masina, Daverio, Ramorino e tanti superbi e prodissimi figli di tutte le provincie Italiane, giacciono senza sepoltura sulla terra sventurata dei portenti e delle maledizioni!

Vergògnati, uomo, e raguarda e' tuoi difecti, però che hai materia di vergognarti da qualunque lato tu ti vòlli. Ma tu non ti vergogni, perché hai perduto el sancto e vero timore di me. Ma, come la meretrice che è senza vergogna, ti vantarai di tenere il grande stato nel mondo e d'aver la bella fameglia e la brigata de' molti figliuoli.

118 Eragli meglio andar senz'arme e nudo, che porsi indosso la corazza indegna, o ch'imbracciar l'abominato scudo, o por su l'elmo la beffata insegna; ma per seguir la meretrice e 'l drudo, ragione in lui pari al disio non regna. A tempo venne alla citt

Marfisa si vestí da cavaliere, come nelle commedie fa Clarice. Ipalca non lasciava di temere; ma fa la parte, e il cielo benedice. Un calesso era pronto a lor mestiere. Apparve di Titon la meretrice: s'apron le porte; e Marfisa ed Ipalca son nel calesso, e il postiglion cavalca. La dama era un bel giovine a vedello.