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«E così ricordo le parole dell'illustre avo mio: La Serenissima Republica ha da guardarsi specialmente dagli uomini che portano troppo alta la fronte e troppo confidano di stessiL'ottuagenario doge anche a questo punto fu per pronunciare alcuna parola in difesa di Candiano, ma non osò; qualunque atroce accusa poteva essere pronunciata impunemente in quel luogo.

Però nemmeno questa volta mostrò avvedersi di tali scherni, e consegnando un'altra carta a don Francesco: Questa, disse, appoggiando alquanto sulle sue parole, questa è la fede di nascita del cavaliere dell'Isola, figlio del duca vostro avo e di donna Gabriella dei principi della Concordia, mia sorella. Ah! l'aveva preso seco.

Quinci usciva in compagnia del cervello; ma il cervello come più casalingo rimase in camera, e si adagiò per l'appunto sopra la lettera che Guglielmo aveva scritto alla madre; la palla poi di voglie viaggiatrici prese la finestra.... "Possa Dio seccarti la lingua come il tendine del tuo avo Giacobbe!

È così che molte volte, ingannati dall'esteriore, si ammira chi si dovrebbe disprezzare, si invidia chi è di noi più infelice. Ecco quanto ho pensato, disse il conte a Federico. Vostro padre era figlio della seconda moglie del nostro avo; lo avrete compreso dalle carte che possedete. Il duca, morto nel gennajo scorso, e la contessa di San Giorgio erano nati dal primo matrimonio. Ebbene?

MORFEO. L'ho inteso nominar cosí cosí; ma fu sempre mia capitalissima inimica. PANURGO. La cagione? MORFEO. Non ho mai doglia di testa se non quando son forzato dirne alcuna. E chi volesse a mezzo gennaio farmi sudar di sudor delta morte, sforzimi a dire alcuna veritá. pensar che cosí sia io: cosí fu mio avo, bisavo, trisavo, ventavo e settantavo. PANURGO. Orsú, ho trovato il bisogno.

Non ho più famiglia....... morti tutti. Non ho più parenti, tutti morti. Un viaggiatore lombardo però mi ha informato, che vivrebbe un mio secondo cugino, a quanto io presumo. Quel viaggiatore, Sig. Franco Bombardoni, mi ha detto che siavi un pittore di nome Alfredo Blandis, figlio del defunto Giuseppe e nipote di G. Maria Blandis, mio avo, originario mantovano, senza beni di fortuna. Se è vero, i miei minatori, gente sicura, lo sapranno presto, perchè li spedirò in Lombardia a verificare personalmente. Mi preme assai di perpetuare, se possibile, il nostro nome e di migliorare la condizione della parentela. Io sono nato qui. Ho nientemeno che 83 anni. Mio padre, che si chiamava Giuseppe Blandis, morto 25 anni or sono, alla bella et

«Da vero, Raulparlò sorridendo Monforte al suo scudiero «il Cavaliere che hai ucciso era prode uomo, meritava morire a tradimento; nondimeno ben per te, chè uomo spento non fa guerra, e odore di nemico morto manda odore di rosaCiò detto, gli spinse sopra il cavallo, che meno tristo del suo signore sdegnò calpestarlo. Stolto! e non sapeva che i cieli gli destinavano morte mille volte più miserabile. È da credersi che la Provvidenza la quale fece morire Simone Monforte suo bisavo di un sasso nel capo all'assedio di Tolosa, Almerico suo avo di una saetta nel ventre sotto Tolemaide, e Simone suo padre di onorate ferite sostenendo la libert

Intanto Ludovico di Ungheria, fratello dell'ucciso, preparava un esercito per muovere contro Napoli e vendicare la morte di Andrea; nel che riuscì completamente. Giovanna, giovane, bella, voluttuosa, come in tempi posteriori Maria Stuarda, e intelligente al punto che si diceva aver ereditate le splendide doti d'ingegno del suo grande avo, non sapeva in qual modo sottrarsi al pericolo imminente che la minacciava. Tolse a marito Ludovico di Taranto, suo cugino, per il quale nudriva una tenera passione gi

Un'altra figura storica del tempo di Rienzi e Petrarca aleggia nel palazzo di Avignone, quella di una bella e giovine principessa, accusata dell'uccisione del marito ed assolta dal Pontefice; Giovanna I regina di Napoli e signora di Avignone e della Provenza. Quale erede del regno, era stata fin dalla fanciullezza fidanzata dal suo avo Roberto I al giovane principe Andrea d'Ungheria. Questo re morì il 19 gennaio 1343, dopo aver stabilito un consiglio di reggenza per la durata della minorit

Gabriella! pensò il conte... Ma era questo il nome della seconda moglie del duca suo avo!... della madre del cavaliere Dell'Isola... Ah ! doveva esser sua cugina... E per accertarsene, spinto da un impulso involontario, irresistibile, senza darsi pensiero che quanto stava per fare era forse sconveniente per lui, e poteva cagionar sospetti, trasse rapidamente dalla valigia di pelle, che portava sotto al mantello, il ritratto della contessa sua madre, e lo mise sotto gli occhi della vecchia e del sagrestano.